Diocesi: Milano, nasce la “cordata educativa”. Valagussa, “la pandemia rischia di spegnere i sogni per il futuro”. Don Guidi, “serve un’azione profetica”

Marta Valagussa (Foto ITL/mariga)

(Milano) “Lo shock della pandemia ha riportato alla ribalta la questione educativa, che è la questione assolutamente prioritaria del nostro tempo. Si avverte però l’assenza della società civile su questo tema, abituata da troppo tempo a trattare la questione come una delega e come pretesto per aprire fronti di conflittualità. La cordata educativa si propone quindi non solo come un’azione assistenziale”. Lo ha affermato don Stefano Guidi, direttore della Fondazione oratori milanesi, uno dei soggetti promotori della Cordata educativa creata nella diocesi di Milano e presentata questa mattina nella sede dell’arcivescovado. “Ma si tratta – ha aggiunto don Guidi – di un’azione profetica, per alzare una voce, indicare un percorso possibile, per incoraggiare all’impresa. E la risposta non può essere specialistica, ma frutto della collaborazione tra competenze diverse. In questo percorso gli oratori giocano un ruolo prezioso e necessario”. La sfida è alta, l’emergenza evidente, quindi, da detto il direttore Fom, “solo muovendoci insieme possiamo offrire risposte nuove”. Da qui l’alleanza tra 15 realtà diocesane, aperta a nuove adesioni, e pronta a collaborare con le famiglie, le parrocchie, le scuole, le istituzioni pubbliche.
La prima iniziativa “pilota” in programma è un modulo formativo in tre incontri che si terrà a Giussano. Nei primi due incontri verrà messo a fuoco il tema dell’ascolto (ascolto di sé, ascolto degli adolescenti, comprensione della realtà sociale ed educativa del territorio con le sue specificità), mentre nel terzo incontro si cercherà una risposta “corale” sul piano delle relazioni, del disagio, della formazione, del sostegno dei percorsi individuali…
Marta Valagussa, responsabile comunicazione di Fondazione Guzzetti, ha poi presentato un report costruito con i dati forniti dai sette consultori accreditati nella città di Milano, da cui emerge una panoramica dei bisogni emergenti intercettati nei mesi della pandemia. La rilevazione ha riguardato tanto chi ha avuto accesso diretto ai consultori (4mila persone circa nel corso del 2021), quanto le attività che i consultori svolgono all’interno delle scuole (circa 11mila minori incontrati l’anno scorso). “Confrontando le prestazioni di supporto individuale erogate nei consultori della Fondazione Guzzetti da aprile 2020 a giugno 2021 con lo stesso periodo dell’anno precedente – ha spiegato Valagussa illustrando il report –, si riscontra un aumento del 40% circa. La sfiducia si somma alla stanchezza. Sembra che le risorse di resilienza personale siano profondamente intaccate dalla durata della pandemia e dalle conseguenti limitazioni che ancora oggi viviamo. La pandemia ha ‘disabilitato’ in tantissime persone la speranza e rischia di spegnere i sogni per il futuro. Le manifestazioni più frequenti del disagio adolescenziale in tempo di pandemia, dai dati raccolti, sono depressione, ansia e panico, disturbi alimentari, dipendenza da internet, aggressività e autolesionismo”.

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