Religiosità popolare: Cuesta Gómez (Gregoriana),” in essa palpita l’azione dello Spirito Santo e l’invito a collaborare con Lui”

Papa Francesco, nel suo Discorso ai partecipanti al I Convegno internazionale per i rettori e gli operatori dei santuari, il 29 novembre 2018, ha definito la religiosità popolare il “sistema immunitario della Chiesa”, ed è proprio nel corso del suo pontificato che negli ultimi anni si è risvegliato l’interesse del mondo cattolico europeo per questo fenomeno che era già stato trattato nei documenti del Celam e nella “teologia del popolo” argentina. Nel quaderno n. 4.109 de La Civiltà Cattolica, in uscita sabato 4 settembre e come di consueto anticipato al Sir, Daniel Cuesta Gómez, dottorando in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, affronta l’argomento sottolineando la necessità che noi, come europei, “ci interroghiamo sulle caratteristiche e sui condizionamenti della nostra religiosità popolare”.
Nonostante i loro pericoli, infatti, il Papa spiega in Evangelii Gaudium che queste manifestazioni della fede del popolo sono un “luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, soprattutto quando pensiamo alla nuova evangelizzazione”. Infatti, chiosa Cuesta Gómez, “se c’è una cosa che sembra in via di chiarimento nella riflessione teologica e pastorale sulla religiosità popolare, è che, in modo sorprendente, ha risvegliato l’ansia di trascendenza di molti dei nostri contemporanei, portandoli su una via di accesso alla comunità cristiana”. Il che, d’altra parte,” ha sconcertato molti credenti, dal momento che questa via non è formalizzata né dai modelli in base ai quali intendiamo la ‘nuova evangelizzazione’, né dalla ‘purezza’ con la quale immaginiamo il desiderio di Dio”. Tuttavia, secondo l’autore dell’articolo, “i buoni frutti della religiosità popolare ci fanno riconoscere in essa l’azione dello Spirito Santo, ma anche un appello a collaborare con Lui nella sua opera”. Frutti che, conclude, “sono in definitiva “l’unione degli uomini con Dio, attraverso la devozione e i sacramenti, e l’unione degli uomini tra loro, attraverso la fraternità delle comunità cristiane e la loro solidarietà con quei fratelli che, vicini o lontani, si trovano in ogni tipo di necessità”.

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