Poveri: card. Montenegro (Agrigento), “metterli al primo posto, sono i nostri maestri”

“Dobbiamo partire dai più fragili e dagli indifesi: non è un consiglio ma un’indicazione precisa visto che spesso consideriamo i poveri un’appendice, ‘un gingillo’ che usiamo per misurare la nostra bontà. Invece, dobbiamo metterli al primo posto perché sono i nostri maestri”: così il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, è intervenuto nella serata di ieri, a Bitonto, all’incontro sul tema “Le tre vie indicate da Papa Francesco nel 50° della Caritas”, promosso dalla Caritas diocesana di Bari – Bitonto e dalle Fondazioni Giovanni Paolo II, San Nicola e Santi Medici. “Per il Papa la carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli e si spinge sino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalla schiavitù», ha ricordato Montenegro secondo cui la società aspetta i poveri e accoglie solo chi è fortunato e riesce a raggiungere i nostri territori. “Invece – ha ammonito – a noi tocca andare a cercarli anche perché questo significa andare a cercare Gesù, che non è soltanto nelle chiese ma dove c’è sofferenza: negli ospedali, nelle baracche e sui barconi”. Chiaro il riferimento anche a don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta che era convinto che i poveri andassero amati, cercati e aiutati a crescere con stile paziente. “I poveri non hanno bisogno solo di pane ma anche di amicizia” ha sottolineato Montenegro per il quale “è triste che i poveri siano considerati un peso. La nostra società li ha inventati, li ha fatti crescere e aumentare e ora cerca di nasconderli perché ci ricordano che la loro povertà è anche colpa nostra”. L’incontro è stato chiuso dall’arcivescovo di Bari – Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, che ha ricordato che “I tempi che stiamo vivendo sono un’opportunità per rimettere la vita nella giusta direzione”.

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