Mediterraneo: Notarstefano (Ac), “richiede un modo diverso di convivenza tra le persone con l’intervento delle religioni”

“Si riapre la sfida mediterranea, una sfida mediterranea al pensiero. Andare oltre la frammentazione generata da una pervasività tecnologica e tecnocratica”. Lo ha detto Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica, intervenendo stamani al seminario, promosso a Mazara del Vallo dalla Fisc e dal giornale diocesano “Condividere”, dal titolo “Uomo a mare! Autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”. “Siamo dentro un cambiamento di epoca, il futuro è affidato a uno scontro di capitalismi. Che è un’altra forma di capitalismo disaccoppiata dalla democrazia – ha osservato -. La transizione non può essere tale se non si opererà una trasformazione in profondità. Non può essere tale, se non si riapre il tema del Mediterraneo. Perché un altro mondo è possibile”.
Secondo Notarstefano, “va seguita un’altra prospettiva che un piccolo virus ha rivelato: nessuno si può salvare da solo. La questione serissima del cambiamento climatico ci chiede di immaginare un futuro diverso”.
Citando poi Giorgio La Pira e Franco Cassano, il presidente di Ac ha rilevato che “va formulato un nuovo pensiero mediterraneo”: “Un modo diverso di convivenza tra le persone, affrontando anche i conflitti. Si apre un ruolo pubblico delle religioni: non un dialogo intellettuale tra sistemi, ma tra persone ispirate e anche lacerate dall’esperienza della fede. Il dialogo è il punto di partenza: riconoscere l’altro come necessario. Abbiamo bisogno dell’altro. È qui che il Mediterraneo diventa una provocazione”.

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