Ecumenismo e dialogo: mons. Russo, “da soli non si va da nessuna parte”

“Papa Francesco ci sprona a passare dall’io al noi: questo invito riguarda lo stile pastorale, del nostro essere Chiesa, e costituisce un’indicazione precisa anche per i delegati diocesani a lavorare insieme, a creare sinergie. Da soli non si va da nessuna parte”. Lo ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in apertura questa mattina a Roma della tre giorni di lavoro promossa dall’Ufficio ecumenismo e dialogo della Cei. Mons. Russo ha espresso la sua “gratitudine” a “tutti coloro che fino ad oggi si sono impegnati – e continuano a farlo – nel tener vivo questo dialogo: donne e uomini, laici e consacrati, presbiteri e vescovi, gruppi, comunità, movimenti, associazioni. Quali pionieri e profeti della storia ecumenica e interreligiosa della Chiesa che è in Italia, hanno avviato e attivato, con tenacia, coraggio e lungimiranza, processi importanti e fondativi, che oggi ci permettono di fare ulteriori passi significativi”. Si tratta ora di andare avanti impegnandosi affinché “l’ecumenismo e il dialogo non siano più questioni riservate agli addetti ai lavori, ma entrino nel vissuto quotidiano dell’azione pastorale delle nostre diocesi. È con questo spirito che oggi ci ritroviamo riuniti non per un convegno, ma per mettere a punto una programmazione condivisa e per camminare insieme, nell’orizzonte di un’azione permanente”. In questo “orizzonte” domani, ad Assisi, verrà presentata la costituzione di un Osservatorio permanente. Mons. Russo parla di “un segno profetico per la Chiesa che è in Italia”. Si tratta – ha spiegato – di uno strumento che può aiutare a conoscere meglio la situazione attuale, “in vista di una valorizzazione della dimensione locale (regionale e diocesana), dell’individuazione di competenze e strategie adottabili e replicabili nei diversi contesti, e di un confronto a più livelli. Grazie ad una rete capillare – ha detto mons. Russo – sarà possibile inoltre raccogliere elementi utili non solo a fotografare lo status quo, ma anche ad immaginare piste di riflessione azione”.

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