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Commissione Ue: una “joint cyber unit” per coordinare la risposta agli attacchi informatici, cresciuti del 75% tra il 2019 e il 2020

Nel 2019 l’Europa ha subito 432 cyber-attacchi; nel 2020 sono stati 756 questi incidenti, con un incremento del 75%. Questa la ragione per cui, ha motivato il commissario per il mercato interno Thierry Breton, la Commissione oggi ha presentato una proposta per costruire una “Joint Cyber ​​Unit” la nuova “unità cyber comune”. Si tratta del “coordinamento delle iniziative esistenti, perché la sovranità in questo ambito è statale”, ha precisato Breton, pensata per “riunire le iniziative, avere maggiore capacità per seguire ciò che avviene e informare tempestivamente, con una rete di scambio di informazioni sicura, perché ci sia una risposta coordinata e avanzata”. L’Unità servirà per unire le forze non solo tra Paesi, ma anche tra tutti i soggetti interessati: le comunità di sicurezza informatica, comprese le comunità civili, delle forze dell’ordine, diplomatiche e di difesa informatica, nonché i partner del settore privato. Sarà una piattaforma fisica, dove gli esperti si potranno riunire, e virtuale, per la condivisione di dati e capacità di detenzione. L’ufficio sarà collocato presso gli uffici dell’agenzia per la cybersicurezza dell’Ue (Enisa) a Bruxelles e il team della risposta alle emergenze informatiche (Cert-Ue). La commissione propone che si arrivi nel giro di un anno, un anno e mezzo alla sua implementazione. Dal commissario per i valori europei Margaritis Schinas l’auspicio che Consiglio e Parlamento “non indeboliscano l’ambizione della Commissione” racchiuso in questo pacchetto “operativo, tempestivo, grosso”, per un’Europa che protegge.

 

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