Mobilità: Istat, troppi bus obsoleti in servizio nelle città italiane

Tornano a crescere nei comuni capoluogo domanda e offerta di trasporto pubblico locale (+3,2% e +1,7% sul 2018), ma restano forti squilibri territoriali. Lo rileva l’Istat nel rapporto sull’ambiente urbano relativo al 2019. Il 34,8% degli autobus ha più di 10 anni, anche se continuano ad aumentare i km di piste ciclabili (+15,5% dal 2015). “La rete delle ciclovie resta insufficiente in molte città, soprattutto nel Mezzogiorno”, avverte l’Istituto di statistica.
Nella gestione del ciclo dei rifiuti nessun capoluogo metropolitano raggiunge il target del 65% di raccolta differenziata previsto dalla normativa europea. Compiuti interventi di forestazione urbana in 43 capoluoghi per una superficie complessiva di 11 km2 (+30% dal 2011). Nonostante l’orientamento alla sostenibilità, i servizi di car sharing impiegano soltanto il 26,2% di veicoli a basse emissioni. Poiché gli autobus forniscono la maggior parte dell’offerta (il 55,3% dei posti-km, ma oltre il 90% fuori dalle città metropolitane), il rinnovamento del parco circolante è un altro fattore cruciale per la sostenibilità del trasporto pubblico locale e la qualità del servizio. Soltanto il 32% degli autobus in servizio è conforme allo standard Euro 6 (vigente dal 31/12/2012) mentre il 34,8% è in classe Euro 4 o inferiore (41,6% nel Mezzogiorno) e pertanto è stato immatricolato prima del 2008. I bus a basse emissioni (fra cui ibridi e bi-fuel, non tutti Euro 6) sono il 28,1% del totale (+4,6 punti dal 2015). Tra questi prevalgono i veicoli a gas (24,7%, contro 3,4% di elettrici/ibridi). Fra i capoluoghi metropolitani, la quota di autobus a basse emissioni tocca il 53,4% a Bari, il 62,1% a Catania e il 69,2% a Bologna.

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