Israele: Neuhaus (gesuita), “nuovo governo confermerà i forti legami con i cristiani evangelici sionisti”

In Israele c’è un nuovo governo, ma la coalizione che lo sostiene “ha ben poco che la tenga insieme”, raggruppando forze con posizioni antitetiche riguardo “alla questione dei palestinesi e alla possibilità di stabilire uno Stato palestinese”. Parte da questa constatazione l’analisi sui nuovi scenari politici della Terra Santa proposta in un’intervista all’Agenzia Fides dal gesuita David Neuhaus, docente presso il Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme. Nato in Sudafrica da genitori ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania negli anni Trenta del secolo scorso, il gesuita è stato in passato anche vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per i cattolici di espressione ebraica. Nell’intervista, il sacerdote considera scontata la conferma di rapporti saldi tra i settori più influenti della leadership israeliana e i gruppi di “cristiani evangelici sionisti” che sostengono Israele “sulla base di una lettura fondamentalista della Scrittura e a partire dalla convinzione che Dio abbia scelto Israele (inteso come il moderno Stato d’Israele) e gli abbia promesso la vittoria. Questi gruppi non rappresentano solo un’influente lobby politica negli Stati Uniti, ma inviano anche molto denaro e personale per promuovere Israele e i suoi interessi, e il nuovo governo cercherà senza dubbio il loro sostegno, proprio come ha fatto il governo precedente. Conviene però tener conto del fatto che il nuovo governo include elementi di sinistra ferocemente contrari ai tradizionali ‘valori familiari’ promossi dagli evangelici, e questo potrebbe portare a qualche attrito interessante”.

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