Papa in Grecia: ai giovani, “oggi c’è il rischio di scordarci chi siamo”. “Riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Oggi c’è il rischio di scordare chi siamo, ossessionati da mille apparenze, da mille messaggi martellanti che fanno dipendere la vita da come ci vestiamo, dalla macchina che guidiamo, da come gli altri ci guardano”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, che incontrando i giovani nella scuola delle Orsoline ad Atene ha rilanciato le famose parole incise sul frontone del tempio di Delfi: “Conosci te stesso”. “Quell’invito antico, conosci te stesso, vale ancora oggi”, la tesi di Francesco: “Riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai. Non vali per la marca del vestito o per le scarpe che porti, ma perché sei unico, sei unica”. L’altra immagine antica e sempre nuova scelta dal Papa è quella delle sirene: “Come Ulisse nel percorso verso casa, anche voi nella vita, che è un viaggio avventuroso verso la casa del Padre, troverete delle sirene. Nel mito attiravano i naviganti con il loro canto per farli sfracellare contro gli scogli. Nella realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti, che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi… Sono tanti fuochi d’artificio, che brillano per un attimo, ma lasciano solo fumo nell’aria”. “Certo, non è facile resistere”, ha ammesso Francesco: “Vi ricordate come ci riuscì Ulisse, insidiato dalle sirene? Si fece legare all’albero maestro della nave. Ma un altro personaggio, Orfeo, ci insegna una via migliore: intonò una melodia più bella di quella delle sirene e così le mise a tacere”. “Ecco perché è importante alimentare lo stupore, alimentare la bellezza della fede! Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello”, ha ribadito il Papa: “E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla. La gioia del Vangelo, lo stupore di Gesù fa passare le rinunce e le fatiche in secondo piano. Ripartiamo dallo stupore!”. “Essere cristiano non è fare cose: è lasciare che Dio ti ami, è riconoscere che sei unico, sei unica davanti all’amore di Dio”, ha aggiunto a braccio.

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