“Con un po’ di presunzione, parafrasando l’apostolo Paolo, con buona coscienza, ardisco affermare di essermi sforzato di farmi tutto a tutti. Confido nella misericordia del Padre e nelle vostre preghiere”. Lo ha affermato l’amministratore apostolico di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemonte, nell’omelia che ha pronunciato ieri nelle celebrazione eucaristica con la quale con la quale si è congedato dalla comunità diocesana che ha guidato negli ultimi 7 anni e mezzo.
Una “conclusione grata e benedicente” l’ha definita il vescovo, ricordando che “negli ultimi due mesi, alle comunità incontrate, ho potuto dire il mio grazie e affidare pensieri, e emozioni. Questa sera consegno a tutti voi sentimenti e parole di saluto e di gratitudine”. “Appoggiato al pastorale tenero e dolce di ulivo, quale simbolo e richiamo del bastone di Mosè, della forza dell’amore di Gesù buon samaritano e unico pastore, ho cercato di usare il balsamo della consolazione e della misericordia nella guida del gregge tra i pascoli della parola, dei sacramenti, della comunione e della carità fraterna”, ha confidato mons. Piemontese. “Grazie per aver accolto questo mio corpo-persona con i tanti limiti e imperfezioni ad esso connessi. Grazie per aver accettato con docilità e benevolenza il mio ministero, guida e testimonianza. Grazie per la simpatia mostrata al mio presentarmi da francescano ahimè, più con l’abito che con la testimonianza della vita”, ha proseguito il vescovo, che ha sottolineato come “la nostra convocazione ha lo scopo di rendere grazie al Signore per la sua presenza, manifestata e sperimentata in questi anni di ministero tra di voi, nella Chiesa che è in Terni-Narni-Amelia. Ma anche dire grazie a quanti hanno condiviso con me l’avventura e la fatica di accompagnare il percorso cristiano e pastorale della nostra Chiesa”. Ripercorrendo il suo ministero episcopale, mons. Piemontese ha riconosciuto che “questi sette anni, con tutte le difficoltà e criticità ricevute in consegna all’inizio, sono stati anni benedetti, tempo di Dio, spazio di grazia, fecondato dallo Spirito Santo, guidato e addrizzato dal Buon Pastore, realizzato con la forza, la fatica e la collaborazione di tutti voi”. “Ora – ha osservato – è l’ora del ringraziamento, della speranza e della fiducia nella presenza del Signore, che fa sempre cose nuove, e le farà ancora in questa Chiesa, che è la sua dai tempi di Valentino, Giovenale, Firmina, Anastasio. E presto sarà del vescovo Francesco Antonio, segno sacramentale della presenza di Gesù, quale dono natalizio per ciascuno di noi, per la nostra chiesa e le nostre città”. Infine, un invito alla Chiesa diocesana: “sii te stessa… volgi lo sguardo alla stella, che è Cristo, la stella polare, la stella cometa che ha guidato i magi, la stella di Maria. Continuate ad essere forti in questo tempo di pandemia, di trasformazioni, di ripresa e di rinascita”.