Bielorussia: Amnesty, “violenze, estorsioni e respingimenti di migranti al confine. Picchiate anche famiglie con bambini”

I richiedenti asilo e i migranti che cercano di entrare nell’Unione europea dalla Bielorussia vanno incontro a respingimenti e ad altre violazioni dei diritti umani lungo il confine della Polonia e sono sottoposti a torture, condizioni inumane, estorsioni e ulteriori violenze da parte delle forze di sicurezza bielorusse. Lo afferma Amnesty international a seguito di nuove prove rese pubbliche oggi. Anche famiglie con bambini in stato di grave bisogno sono state picchiate con manganelli e calci di pistole, minacciate coi cani dalle forze di sicurezza bielorusse, costrette dalle autorità bielorusse e polacche ad attraversare il confine in condizioni di enorme pericolo, attraverso fiumi gelati o in piena. Amnesty ha raccolto le testimonianze di 75 persone (66 iracheni, sette siriani, un libanese e un sudanese), arrivate tra luglio e novembre 2021 in Bielorussia con la falsa promessa di poter attraversare facilmente il confine con l’Unione europea e poi respinte dagli Stati Ue, compresa la Polonia. “Queste violazioni dei diritti umani – denuncia Amnesty – hanno avuto luogo quando le forze di sicurezza bielorusse hanno trasferito i migranti dalla capitale Minsk verso una zona di esclusione lungo i confini con Polonia, Lituania e Lettonia. Le persone venivano scortate presso centri di raccolta  all’interno della zona di esclusione per poi essere costrette con la violenza a entrare in Polonia, inseguite dai cani e obbligate a passare attraverso corsi d’acqua gelati”. Una volta portate nei “centri di raccolta”, le persone restavano bloccate in condizioni inumane per giorni o settimane: lasciate senza cibo o con quantità minime di acqua e pane, senza rifugi né servizi igienici. Un curdo iracheno ha raccontato che gli agenti bielorussi avevano “tirapugni in ferro e scarponi rivestiti di metallo, con cui ci picchiavano mentre eravamo a terra per poi obbligarci a consegnare soldi e telefoni”. Nella maggior parte dei casi, le persone che avevano attraversato il confine polacco sono state immediatamente fermate e respinte dall’altro lato della frontiera. Le persone hanno riferito che gli agenti polacchi hanno spesso danneggiato i loro telefoni, spruzzato gas al peperoncino anche contro i bambini e costretto gli adulti a entrare nei fiumi.

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