Invalidi civili parziali: Pagano (Anmic e Fand), “la restituzione dell’assegno è un atto dovuto di giustizia sociale e una vittoria del buon senso”

I disabili non gravi potranno ancora svolgere piccoli lavori retribuiti, senza per questo rischiare di vedersi togliere l’assegno di invalidità a cui avevano diritto. “L’approvazione ieri in Commissione Finanze al Senato dell’atteso emendamento correttivo alla delega fiscale che ripristina l’assegno agli invalidi civili parziali che lavorano (con un reddito da lavoro fino a soli 4931,29 euro l’anno) è una ottima notizia ed è il risultato della nostra dura legittima protesta”, dichiara Nazaro Pagano, presidente di Anmic e Fand, commentando così il positivo cambio di rotta in Parlamento.
L’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili si è infatti subito opposta ad una nuova interpretazione restrittiva dell’Inps, ritenuta socialmente ingiusta e penalizzante, in quanto rischiava di punire l’inclusione lavorativa e sociale degli invalidi parziali, perché impediva loro qualsiasi attività lavorativa retribuita. Infatti il messaggio n. 3495 dell’Istituto di previdenza dello scorso 14 ottobre stabiliva che, per avere diritto all’assegno (287 euro al mese) gli invalidi civili parziali (con una percentuale di invalidità dal 74 % al 99% ) non potevano prestare più alcuna minima attività lavorativa, seppur rimanendo al di sotto del precedente limite di reddito di soli 4.931 euro l’anno.
“Questo cambio di rotta rappresenta una vittoria dei disabili e del buon senso – sottolinea Pagano -. La restituzione dell’assegno agli invalidi civili parziali è un atto dovuto di giustizia sociale che finalmente dà seguito all’impegno del Governo di ripristinare al più presto la corretta interpretazione della normativa vigente”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori