Sfide estreme sui social: Vicari (neuropsichiatra), “sotto i 12 anni no accesso alla rete senza il controllo dei genitori”

“I bambini sotto i 13 anni fanno molta fatica a distinguere tra realtà e fantasia e rischiano di essere fagocitati dal social che stanno frequentando e dai messaggi che ne ricevono. Per questo un accesso libero – ossia senza un controllo filtrato da parte dei genitori – alla rete prima dei 12 anni espone i minori ad un pericolo molto grave”. Lo spiega in un’intervista al Sir Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, con riferimento alla tragedia che ha visto una bimba di 10 anni morire per autosoffocamento durante una “black challenge” su TikTok. Un’età in cui, spiega l’esperto, i ragazzi “non sanno valutare le conseguenze delle proprie azioni” e non hanno “i concetti di irreversibilità e di morte”.
Vicari invita a vigilare sull’utilizzo dei social nei giovanissimi, aumentato anche con la chiusura legata al Covid che ha visto un incremento del tempo da loro trascorso su queste piattaforme e che può portare ad una sorta di vera e propria dipendenza facendo perdere loro anche preziose ore di sonno trascorse a chattare. “Una delle ipotesi formulate per spiegare l’aumento dei disturbi psichiatrici in infanzia e adolescenza è anche legata a questa deprivazione di sonno”, spiega. E se proprio bisogna regalare uno smartphone, sotto i 12 anni “diamoglielo senza Internet spiegandone il motivo. Oppure diciamo ai ragazzi che non avranno accesso incondizionato alla rete e che ci riserviamo di controllare l’uso che ne faranno”. Non è semplice, “ma se si è costruito negli anni un profondo rapporto di fiducia, questo discorso passerà più facilmente non come intrusione ma come una modalità di vigilanza”. Una presenza che “inquieta un po’ i ragazzi, ma al tempo stesso li rassicura”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo