Coronavirus Covid-19: Azione contro la fame, “a Gaza meno di 100 posti letto in terapia intensiva”

Ospedali di Gaza in grave difficoltà. Attualmente sono meno di 100 i posti letto di terapia intensiva (su una popolazione di due milioni di persone), che permettono di curare solo 350 pazienti affetti da Covid-19. Preoccupa anche la mancanza di farmaci essenziali e di attrezzature mediche di base, che influisce sulla loro capacità di rispondere adeguatamente alla pandemia. La denuncia viene da Azione contro la fame, una delle organizzazioni leader nella lotta contro la fame nel mondo, impegnata nella Striscia di Gaza dove le autorità locali, solo tre settimane fa, hanno iniziato a diagnosticare i “positivi” fuori dei centri di quarantena e il numero medio di casi rilevati è stato di 80-100 ogni giorno. In particolare, si legge in un comunicato diffuso oggi, l’organizzazione sta operando per “garantire l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, favorire la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di materiali utili per l’igienizzazione, alleviare le conseguenze economiche legate alle restrizioni alla circolazione, che sono particolarmente rigide nell’area situata a nord”. “Le limitazioni alla fornitura di acqua potabile e le problematiche legate al trattamento delle acque reflue erano già state denunciate prima della pandemia”, dichiara Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame. Per Lucas Honauer, direttore della missione di Azione contro la fame, “mantenere la distanza sociale in una delle aree più densamente popolate al mondo è una sfida improba. Ed è ancora più complesso confinare una popolazione con un approvvigionamento energetico limitato a 8-12 ore al giorno (solo 4 ore alla fine di agosto, ndr). Una circostanza che ostacola, seriamente, la capacità di conservare il cibo o di continuare a lavorare da casa”. Dall’11 settembre scorso, il flusso di carburante è ripreso e la rete elettrica è in funzione, ma per otto ore al giorno in media. Secondo Honauer, “è insufficiente per far fronte all’attuale momento critico, in cui le interruzioni di corrente stanno seriamente compromettendo il funzionamento delle infrastrutture, compresi gli impianti di trattamento delle acque reflue e di desalinizzazione”. Oltre a Gaza preoccupa anche la situazione in Cisgiordania. Azione contro la fame continuerà a monitorare l’impatto del secondo lockdown disposto da Israele che, inevitabilmente, inciderà sui mezzi di sussistenza di migliaia di palestinesi.

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