Migrazioni: Garofalo (Centro La Pira), “rispondere con la cultura dell’amore, non con la paura”

“Le vicende degli sbarchi di questi ultimi giorni devono imporre a tutti assunzioni di responsabilità. Al grande fenomeno delle migrazioni occorre rispondere con la cultura dell’amore e non con la superficialità o con la paura”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio. “Il momento richiede uno scatto di reni della politica e, soprattutto, da parte dell’Unione europea, che deve impedire i traffici da e per la Libia. Quello che sta accadendo – aggiunge – viola le elementari norme dei diritti umani, non può essere più consentito che, a pochi chilometri dalle coste del Mediterraneo, avvengano torture a danno di minori, di donne incinte e soprusi nei confronti di intere famiglie”.
Secondo Garofalo, “continuare ad assistere a questo vero e proprio genocidio significa rendersi ‘complice’ di una situazione che oramai si trascina da troppo tempo e che, nell’emergenza dettata dal Covid, rischia di assumere contorni sempre più drammatici”. Infine, il richiamo alle parole di Papa Francesco, che ha auspicato da una parte lo svuotamento dei “lager” in terra libica e dall’altra, in tempi ragionevoli, percorsi di corridoi umanitari, per porre fine a “un vergognoso mercimonio”. “Il dialogo tra i Paesi europei e con l’Unione africana è prioritario”.

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