Economia circolare: oggi un seminario on line “per un nuovo sviluppo del Mezzogiorno” con Giannola e Fusco Girard

“L’economia circolare per un nuovo sviluppo del Mezzogiorno: il ruolo delle città come laboratori del cambiamento”: è stato il tema affrontato, oggi pomeriggio, nel seminario telematico a cui hanno partecipato, tra gli altri, Adriano Giannola, presidente della Svimez, e Luigi Fusco Girard, socio di Apef (Associazione dei professori emeriti fridericiani) e coordinatore progetto europeo Horizon 2020 Clic.
L’incontro ha avuto come obiettivo di discutere di una nuova strategia di sviluppo del Mezzogiorno che parta dal riconoscimento del modello di economia circolare per la lotta al cambiamento climatico e come la precondizione affinché molti altri obiettivi di tipo sociale possano realizzarsi. “Esiste un delicatissimo rapporto tra natura e umanità – ha sottolineato Fusco Girard -. Il cambiamento climatico sta cambiando questo rapporto, rendendo la terra meno accogliente e con conseguenze anche di carattere sociale”. Di qui l’invito al Sud a “costruire un contesto più ecologico, in cui i ritmi dell’economia non confliggano con quelli della natura. Un rapporto nuovo con la natura serve anche per salvaguardare la salute delle persone”.
Fusco Girard ha parlato anche della necessità di investire nel Mezzogiorno secondo un nuovo approccio sistemico e non settoriale, come troppo spesso invece spesso continua ad avvenire. Ciò per evitare impatti negativi ambientali e sociali. Infatti, “lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno dipende fortemente dalla capacità di adottare strategie di sviluppo circolare, mettendo in relazione di sinergia, simbiosi e/o reciproca interdipendenza gli investimenti pubblici, quelli privati e quelli del terzo settore; gli investimenti nella logistica, della cultura/beni culturali e turismo, nel settore agroalimentare, nelle energie rinnovabili, mobilità, edilizia, migliorando i procedimenti amministrativi per un efficace ed efficiente uso anche dei fondi comunitari”.
Giannola ha posto l’attenzione sulla necessità del mondo “di darsi una regolata compatibile alla sopravvivenza dell’ecosistema”. “Ci avviciniamo – ha spiegato – a un punto di saturazione dopo il quale non saremo in grado di sapere la reazione e i nuovi equilibri che la natura farà prevalere. Il cambiamento climatico è un esempio della non sussistenza delle condizioni a cui siamo stati abituati a vivere finora e a una biforcazione che non siamo in grado di gestire”. Giannola ha ricordato che “nell’economia lineare la massimizzazione del profitto era considerato l’ottimo sociale, ma ora si sta affermando la consapevolezza dell’insostenibilità di questo modello”.

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