Coronavirus Covid-19: Perù, a Lima le parrocchie incontro agli “invisibili”, migranti e transessuali

Mentre il Perù continua a essere il secondo Paese del Sudamerica per numero di contagi e il terzo per numero di vittime, nella capitale Lima, particolarmente colpita dal Covid-19, le parrocchie stanno intraprendendo azioni di aiuto di solidarietà attraverso l’organizzazione delle loro comunità laicali, anche nei confronti di gruppi umani spesso “resi invisibili” dalla società, come le famiglie immigrate o le persone transessuali. Il sito dell’arcidiocesi segnala, in particolare, il rafforzamento della pastorale sociale nella parrocchia di San Miguel Arcángel, come afferma padre Benito García Ramos, soprattutto nei confronti dei nuclei resi più vulnerabili dall’isolamento sociale e, spesso, dalla perdita di ogni reddito.
“I consigli pastorali dei 13 settori della parrocchia, le visite a domicilio e i gruppi di preghiera, tra gli altri, sono stati fondamentali per portare aiuto e cibo a molte famiglie. Più di 400 famiglie hanno ricevuto un qualche tipo di sostegno. Per evitare affollamenti, sono state chiamate in momenti e in luoghi diversi”, dice García Ramos.
Ma le azioni di solidarietà della parrocchia di San Miguel Arcángel si sono estese anche ad altre realtà specifiche, come la popolazione immigrata, sia dall’interno del Perù sia da altri Paesi.
Non mancano gesti di aiuto inediti: padre Benito dice che la sua parrocchia ha lavorato con i missionari claretiani per un progetto di aiuto umanitario a persone transessuali che vivono nel centro di Lima, sulla scia di quanto fatto di recente dall’elemosinerie apostolico, card. Konrad Krajewski, nei pressi di Roma: “123 persone sono state supportate, questo fa parte di un progetto più ampio”, evidenzia. All’iniziativa ha aderito anche il Vicariato per la Pastorale sociale e la dignità umana–Caritas dell’arcidiocesi, attraverso aiuti umanitari e alimentari.
Dall’inizio della quarantena, la parrocchia di Santa Magdalena Sofía Barat, situata nel distretto di El Agustino, si è invece organizzata per aiutare la comunità nella consegna di cibo e maschera grazie alle donazioni spontanee di alcuni residenti del quartiere.

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