Coronavirus Covid-19: Irlanda del Nord verso fase 2. Chiese cristiane, annuncio esecutivo è “un segno di speranza importante e necessario”

L’annuncio di inizio del processo della fase 2 dato dall’esecutivo dell’Irlanda del Nord  è “un segno di speranza importante e tanto necessario. Accogliamo con favore l’approccio prudente adottato dall’esecutivo, che continua a privilegiare la protezione della salute e del benessere, con particolare attenzione a coloro che sono i più vulnerabili”. Lo scrivono i leader delle principali Chiese irlandesi in una lettera al primo e al vice primo ministro dell’Irlanda del Nord in cui esprimono “il loro apprezzamento per l’attenta preparazione che ha preceduto questo annuncio” e per la consultazione che l’esecutivo ha avuto con le Chiese su questioni relative ai luoghi di culto e al più ampio impegno della comunità religiose. “Come leader della Chiesa, apprezziamo il riconoscimento che il piano di risanamento dà all’importanza della chiesa locale e del culto pubblico nella vita di molte persone”. “C’è un forte desiderio di rispondere alle richieste di coloro che trovano grande conforto nel visitare la loro chiesa, dalle coppie che sono ansiose di poter celebrare il loro matrimonio ai genitori che desiderano battezzare il loro bambino. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che la chiamata cristiana ad essere buoni cittadini è una chiamata alla responsabilità civica nella protezione della salute pubblica. Come indicato nel piano di risanamento dell’esecutivo, la partnership in tutti i settori della società, in solidarietà con i più vulnerabili, sarà fondamentale per ridurre al minimo la minaccia di Covid-19, che probabilmente rimarrà con noi per qualche tempo. Nelle nostre chiese, stiamo attualmente effettuando la valutazione dei rischi e mettendo in atto piani di risposta che riflettono le circostanze uniche di ciascun contesto locale e sono pensate per essere sostenibili a lungo termine. Siamo molto grati per gli sforzi di coloro che guidano questo lavoro a nome delle loro congregazioni”. La lettera è firmata dai responsabili delle Chiese cattolica, presbiteriana, anglicana e metodista. Pe la Chiesa cattolica ha firmato mons. Eamon Martin, presidente dei vescovi irlandesi e arcivescovo di Armagh.

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