Ucraina: Sviatoslav Shevchuk (greco-cattolici), ai sacerdoti “chiamati a diventare voce di guarigione e consolazione”

“Costrette alla solitudine, le persone si aspettano che Dio non si dimentichi di loro, così oggi siamo chiamati a diventare, per molti dei nostri fedeli, l’incarnazione vivente della cura del Signore Dio, la voce di guarigione del Suo conforto e della consolazione”. È un passaggio del messaggio che Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica in Ucraina, ha inviato ai sacerdoti, in occasione del Giovedì Santo. La Chiesa greco-cattolica ucraina, infatti, segue il calendario giuliano: dunque, la celebrazione della Pasqua cade il 19 aprile e il Giovedì Santo cade oggi, 16 aprile.
Nel messaggio, Shevchuk parla della vocazione al sacerdozio in tempi di pandemia. Il Coronavirus, scrive, ha creato “una nuova cultura delle relazioni tra le persone” e, per questo, c’è bisogno di “una vera conversione pastorale”.  Ai sacerdoti, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina chiede di convertirsi alla pienezza di Cristo, perché “solo un sacerdote convertito”, “alla luce del Vangelo di Cristo, apprende continuamente la verità su se stesso” e può aiutare gli altri a convertirsi e a trovare la via verso Dio.  Nel messaggio, Shevchuk fa notare come, in condizioni di isolamento forzato, “le visite pastorali fatte per telefono o con altri mezzi di comunicazione moderna siano una via particolarmente preziosa della Parola di Dio per raggiungere l’essere umano”. E conclude: “I rapporti umani non possono essere instaurati con la costrizione, ma sono il risultato del genuino rispetto reciproco per la dignità di ciascuno. Non è possibile costringere qualcuno ad amare o ad essere felice. È possibile, invece, fare di un uomo moderno un amico di Cristo solo coinvolgendolo con la potenza del proprio esempio, la profondità della convinzione interiore e la testimonianza della vita condivisa tra fratelli e sorelle, come il pane eucaristico, spezzato, diviso e distribuito per placare la fame del cuore umano”.

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