Coronavirus Covid-19: Petri Gornitzka (Unicef), “stop alla disinformazione. Fidarsi degli esperti”

“In tutto il mondo, le persone stanno prendendo le precauzioni necessarie per proteggere loro stesse e le loro famiglie dal coronavirus. Una solida preparazione, basata su prove scientifiche, è ciò che serve in questo momento. Tuttavia, mentre molte persone condividono informazioni sul virus e su come proteggersi da esso, solo alcune di queste informazioni sono utili o affidabili. La disinformazione in tempi di crisi sanitaria può diffondere paranoia, paura e stigmatizzazione. Può anche portare a persone lasciate non protette o più vulnerabili al virus”. Lo afferma Charlotte Petri Gornitzka (nella foto SIR/Unicef), vicedirettore generale Unicef per le partnership. “Per esempio, un recente messaggio online errato che circola in diverse lingue in tutto il mondo e che si spaccia per una comunicazione dell’Unicef- dice – sembra indicare, tra le altre cose, che evitare il gelato e altri cibi freddi può aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia. Questo è, ovviamente, del tutto falso. Ai creatori di tali falsità, noi vogliamo dare un semplice messaggio: stop. Condividere informazioni inesatte e tentare di infonderle in modo autoritario appropriandosi indebitamente dei nomi di coloro che possiedono una posizione di fiducia è pericoloso e sbagliato”. Al pubblico “chiediamo di cercare informazioni accurate su come tenere voi stessi e la vostra famiglia al sicuro attraverso fonti attendibili, come l’Unicef o l’Oms, funzionari sanitari governativi e professionisti sanitari di fiducia; e di astenervi dal condividere informazioni provenienti da fonti inaffidabili o non verificate”.
L’Unicef “sta attivamente adottando misure per fornire informazioni accurate sul virus collaborando con l’Organizzazione mondiale della sanità, le autorità governative e con partner online come Facebook, Instagram, LinkedIn e TikTok per assicurarsi che siano disponibili informazioni e consigli accurati, oltre ad adottare misure per informare il pubblico quando emergono informazioni imprecise”.

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