Coronavirus Covid-19: Cnel, “emettere titoli di Stato rivolti a famiglie per finanziare il Sistema sanitario nazionale”

“L’insieme di meccanismi derogatori messi in moto per l’emergenza sanitaria non sia limitato alla fase emergenziale. È indispensabile che le attivazioni di nuove opere necessarie per il contenimento dell’epidemia, come ad esempio, strutture di accoglienza, avvengano nel rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro e di tutte le leggi vigenti”. Lo ha scritto il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), Tiziano Treu, nella memoria inviata oggi al Senato sul ddl A.S. 1766 di conversione in legge del decreto n. 18/2020 relativo a “Misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.
“La crisi epidemiologica in corso – si legge nel documento del Cnel – evidenzia l’inequivocabile inadeguatezza del numero di medici in Italia rispetto alle esigenze del Ssn, che va superata attraverso misure strutturali in grado di garantire la formazione, più snella e rapida mantenendo standard di qualità elevati nonché l’eliminazione del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea. Il decreto-legge appare nell’insieme tempestivo e proporzionato nella dimensione e nell’articolazione degli interventi, almeno nell’immediato”.
Per il Cnel, “l’Italia ha le risorse, economiche e morali, per superare anche da sola questa terribile situazione pandemica. Potrebbe, per esempio, avviare l’emissione di titoli di Stato a lunga scadenza per finanziare il Sistema sanitario nazionale, mirati alle esigenze delle famiglie, come accadde nel 2012 (Buono Italia), con titoli di piccolo taglio (1.000 euro), che sarebbero certamente bene accolti dagli italiani”. “È necessario pensare ad una sorta di garanzia pubblica sui debiti che stanno maturando le imprese per uscire dalla crisi nonché sostenere il credito per garantire un flusso certo di liquidità destinato al sistema produttivo”, prosegue il documento nel quale viene evidenziato che “servono più aiuti per le famiglie e tutele più significative e adatte per i lavoratori autonomi, poi politiche di sostegno alla genitorialità e alla conciliazione vita lavoro, nuove regole per ammortizzatori sociali universalistici diversi dal reddito di cittadinanza. I lavoratori domestici rischiano di restare senza lavoro e senza strumenti di sostegno al reddito”.
Sul fronte scolastico, invece, l’emergenza epidemiologica – sostiene il Cnel – può costituire l’avvio di un processo di recupero della impreparazione del mondo della scuola all’avvio della didattica generalizzata a distanza e colmare le enormi differenze esistenti sul territorio. Anche per questo “sarà necessario un programma di vasta portata per una leva generale di giovani da immettere nelle pubbliche amministrazioni, con procedure ordinarie più snelle delle attuali”, sottolinea Treu.

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