Nagorno-Karabakh: appello dei vescovi Comece all’Ue perché si intensifichino gli sforzi di pace e per la protezione dei luoghi di culto

La Commissione delle Conferenze episcopali dell’Ue ha lanciato oggi un appello all’Unione europea affinché si impegni “attivamente per la pace nella regione del Nagorno Karabakh” e si attivi per “fornire assistenza concreta alle comunità colpite dalla recente esplosione di violenza tra Armenia e Azerbaigian”. “Dalla fine di settembre 2020 – si legge in un comunicato -, il Nagorno Karabakh ha subito ripetutamente nuove ondate di violenza, che hanno portato alla perdita di vite umane di molti civili e alla distruzione di case, infrastrutture di base e luoghi di culto”. La Comece esprime “preoccupazione per la situazione nel Caucaso meridionale, attualmente segnata da fragili tregue interrotte da scontri armati, che provocano non solo gravi danni materiali, ma anche sofferenze spirituali”. Nelle ultime settimane Papa Francesco ha rivolto diversi appelli alle parti in conflitto. “Pur unendosi alle preghiere di Papa Francesco per una pace duratura nella regione”, i vescovi dell’Ue accolgono “con favore l’assistenza umanitaria fornita dalla Commissione europea per coprire le esigenze dei civili colpiti dal conflitto e invita l’Ue a contribuire attivamente agli sforzi negoziali guidati dall’Osce coinvolgendo tutte le parti in conflitto e le parti interessate regionali”. In particolare, padre Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece, fa appello all’Ue affinché garantisca la protezione dei luoghi di culto e la sicurezza di tutte le comunità locali. La Comece incoraggia anche l’Ue  a pensare ad una strategia mirata soprattutto a sostenere le persone – in particolare i giovani – a tutti i livelli della vita politica, sociale ed economica nella regione.

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