Siria: Save the Children, “almeno 4 bambini sono rimasti uccisi stamattina in un intenso bombardamento a Idlib”

“Durante intensi bombardamenti nella provincia siriana di Idlib questa mattina sono rimasti uccisi almeno 4 bambini. Una bambina di 4 anni è morta mentre andava a scuola nella città di Ariha, a sud di Idlib, altri due bambini sono stati uccisi a Kafraya e un quarto di 10 anni a Idlib. Decine di altre persone sono rimaste ferite”. È quanto denuncia Save the Children in una nota nella quale spiega che è stata “colpita una scuola elementare a Kafraya, gestita da un partner di Save the Children, mentre circa 150 bambini erano nelle loro classi. Sebbene nessuno a scuola sia rimasto ferito durante il bombardamento, uno studente della scuola e suo fratello sono morti mentre erano a casa”.
“È una notizia estremamente triste”, ha commentato Sonia Khush, direttrice dell’emergenza di Save the Children in Siria. “Dei bambini hanno perso la vita e altri hanno vissuto momenti terrificanti quando invece si aspettavano di vivere una normale giornata scolastica. È spaventoso vedere le scuole e le aree civili sotto attacco. Le scuole – ha ammonito Khush – dovrebbero essere luoghi di apprendimento e sicurezza, non di guerra. Il popolo siriano continua a pagare un caro prezzo per le violazioni commesse mentre i civili sopportano il peso di attacchi come questo. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di assicurarsi che i bambini e i civili siano protetti e di rispettare il diritto internazionale e umanitario”.
A seguito di questi incidenti, Save the Children ha sospeso, in via precauzionale, i lavori in due centri di vaccinazione che sostiene a Idlib. “Purtroppo – afferma l’Ong – si avranno ricadute sulla consegna dei vaccini nei centri che forniscono questo servizio a 500 bambini ogni mese”. Poiché le ultime settimane hanno visto “un’escalation del conflitto in diverse aree del nord-ovest, che rischia di far deragliare ogni possibilità di una pace duratura”, Save the Children chiede “una cessazione immediata delle ostilità. Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere dagli attacchi scuole, ospedali e altre infrastrutture civili vitali”.

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