Consiglio d’Europa: Dichiarazione di 43 Stati, “diritti umani non possono essere oggetto di deroga neanche nella pandemia”. Preparati e uniti per nuove crisi

In una riunione in videoconferenza, i ministri degli Esteri dei 47 Paesi aderenti al Consiglio d’Europa hanno affermato “il loro profondo impegno a sostenere, attuare e rafforzare i valori, i principi e i diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo” nel 70° anniversario della Convenzione e nel contesto “senza precedenti dell’attuale crisi sanitaria”. In una Dichiarazione della presidenza del Comitato dei ministri, sostenuta da 43 Stati membri, i partecipanti hanno sottolineato che la Convenzione, “definendo i diritti umani che non possono essere oggetto di deroga, stabilisce chiaramente linee rosse che non possono essere superate, anche in tempi di grave crisi sanitaria”. La Dichiarazione ha anche sottolineato la necessità di salvaguardare il diritto alla salute per tutti e altri diritti sociali ed economici, come i diritti alla protezione sociale, all’istruzione e alle condizioni di lavoro sicure e sane, sulla base dell’inclusione, della non discriminazione e dell’uguaglianza di genere. I ministri hanno sottolineato la questione prioritaria di “essere meglio preparati per le future crisi di sanità pubblica e altre emergenze, compresi i disastri naturali e tecnologici”. “Teniamo anche presente che la vita e il benessere sul nostro pianeta dipendono dalla capacità collettiva dell’umanità di garantire sia i diritti umani che un ambiente sano alle generazioni future e riconosciamo che il ruolo del Consiglio d’Europa a tale riguardo è diventato più importante che mai”.

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