Papa Francesco: i nuovi Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica “devono essere ufficialmente riconosciuti dalla Sede Apostolica”

”I fedeli hanno il diritto di essere avvertiti dai Pastori sull’autenticità dei carismi e sull’affidabilità di coloro che si presentano come fondatori”. È il presupposto da cui parte la lettera apostolica in forma di Motu proprio “Authenticum charismatis” di Papa Francesco, diffusa oggi, in cui si ricorda che “il discernimento sulla ecclesialità e affidabilità dei carismi è una responsabilità ecclesiale dei Pastori delle Chiese particolari” e “si esprime nella cura premurosa verso tutte le forme di vita consacrata e, in particolare, nel decisivo compito di valutazione sull’opportunità dell’erezione di nuovi Istituti di vita consacrata e nuove Società di vita apostolica”.  “Alla Sede Apostolica compete accompagnare i Pastori nel processo di discernimento che conduce al riconoscimento ecclesiale di un nuovo Istituto o di una nuova Società di diritto diocesano”, si precisa nel Motu Proprio, in cui si cita l’esortazione apostolica “Vita consecrata” per affermare che la vitalità di nuovi Istituti e Società “deve essere vagliata dall’autorità della Chiesa, alla quale compete l’opportuno esame sia per saggiare l’autenticità della finalità ispiratrice sia per evitare l’eccessiva moltiplicazione di istituzioni tra loro analoghe, col conseguente rischio di una nociva frammentazione in gruppi troppo piccoli”. I nuovi Istituti di vita consacrata e le nuove Società di vita apostolica, quindi, “devono essere ufficialmente riconosciuti dalla Sede Apostolica, alla quale sola compete l’ultimo giudizio”. È in questa prospettiva che il Santo Padre dispone la modifica del can. 579, che da oggi suona così: “I vescovi diocesani, nel loro territorio, possono erigere validamente con un decreto formale istituti di vita consacrata, previa licenza scritta della Sede Apostolica”.

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