Coronavirus Covid-19: Università Cattolica, “cresce la diffidenza verso un futuro vaccino”

Gli italiani sono sempre meno propensi a sottoporsi a una eventuale vaccinazione contro Covid-19: ha dubbi in tal senso quasi un cittadino su due. È quanto emerge dai risultati di una ricerca conclusa in questi giorni dall’EngageMinds Hub dell’Università Cattolica, il centro di ricerca che si occupa di psicologia dei consumi nella salute e nell’alimentazione. I dati sono frutto dell’elaborazione di un sondaggio su un campione di mille cittadini, perfettamente rappresentativo della popolazione italiana. “Ciò che emerge è che più del 48% degli intervistati si è mostrato esitante di fronte alla prospettiva futura di assumere un vaccino contro l’epidemia in corso. Un dato molto elevato, ma soprattutto in aumento rispetto a maggio”, evidenzia la ricerca. Nei primi giorni della fase 2, l’EngageMinds Hub della Cattolica aveva già posto questa domanda a un campione di italiani e nei risultati si leggeva che circa il 40,5% era contrario o indeciso a farsi vaccinare.
La ricerca ricorda che “l’efficacia del vaccino dipenderà non solo dalla capacità degli scienziati che lo stanno mettendo a punto, ma anche dalla percentuale di persone che si sottoporrà alla vaccinazione. Purtroppo, in Italia come in tutto il mondo, è molto diffusa la cosiddetta ‘esitanza vaccinale’, ovvero un sentimento non necessariamente di rifiuto, quanto di diffidenza, nei confronti di un vaccino che la scienza ritiene sicuro ed efficace”.
“È molto preoccupante che il numero di coloro che non intendono vaccinarsi contro Covid-19 sia elevato e in aumento – è il commento di Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia dei consumi e della salute all’Università Cattolica e direttore dell’EngageMinds Hub -. Tra maggio e settembre un ulteriore 7,5% della popolazione italiana è diventato scettico o contrario alla vaccinazione, quando sappiamo che la percentuale di immunizzazione necessaria a rallentare l’epidemia è stimata attorno al 70%”.
Nella ricerca non emergono differenze significative per macro-aree geografiche, anche “se nel Centro-Sud si registra una tendenza leggermente più accentuata verso l’esitanza: 48% al Nord ovest, 45% al Nord est; 50% sia al Centro sia al Sud e Isole. Ciò che è cambiato in questi mesi – nei quali peraltro molto si è parlato di vaccinazione – è l’atteggiamento dei giovani. Tra gli under 35, infatti, la percentuale di esitanti è passata dal 34% di maggio al 49% di fine settembre; un aumento del 15%. Le altre due fasce sono rimaste più stabili, anche se si è rilevato un aumento nel numero degli esitanti over 55 (+9%, da 35 a 44%)”.

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