“Desidero esprimervi gratitudine per i numerosi messaggi augurali seguiti alla mia elezione, così come per quelli di cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, che li hanno preceduti e che sono giunti anche da Paesi con i quali la Santa Sede non intrattiene relazioni diplomatiche. Si tratta di un significativo attestato di stima, che incoraggia l’approfondimento dei rapporti reciproci”. È l’inizio del discorso di Leone XIV al Corpo diplomatico, dopo il ringraziamento rivolto a George Poulides, ambasciatore della Repubblica di Cipro e decano del Corpo Diplomatico. “Nel nostro dialogo, vorrei che prevalesse sempre il senso di essere una famiglia – la comunità diplomatica rappresenta infatti l’intera famiglia dei popoli – che condivide le gioie e i dolori della vita, i valori umani e spirituali che la animano”, il primo auspicio del Pontefice. La diplomazia pontificia, per Leone XIV, “è un’espressione della cattolicità stessa della Chiesa e, nella sua azione diplomatica, la Santa Sede è animata da un’urgenza pastorale che la spinge non a cercare privilegi, ma a intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità”. “Essa combatte ogni indifferenza – ha spiegato il Papa – e richiama continuamente le coscienze, come ha fatto instancabilmente il mio venerato predecessore, sempre attento al grido dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, così come alle sfide che caratterizzano il nostro tempo, dalla salvaguardia del creato all’intelligenza artificiale”.