Educazione: mons. Isacchi (Monreale), “adulti timidi di fronte ai gravi fatti che accadono”

“L’oggi tra razionalità e irrazionalità – Dialoghi terrasinesi 2022/2023”. Questa l’iniziativa promossa dall’Associazione Culturale “Così per … passione”, sotto la regia di Ino Cardinale, che ha visto susseguirsi a partire dal mese di gennaio 2022, pur nella differenziazione della personalità e dei percorsi di vita e professionali, numerosi e qualificati ospiti-relatori, che di volta in volta si sono soffermati su varie problematiche. Come ad esempio il surriscaldamento globale e la emergenza ecologica; i fenomeni migratori; le sperequazioni sociali; la invasività dei media e della tecnologia; le ripetute crisi energetiche, aggravate dalle difficoltà relative alla sicurezza; la guerra in Ucraina e il rischio nucleare, la sfiducia nella scienza; il predominio dell’egoismo a livello internazionale.
Per concludere il percorso si è scelto di affrontare l’attualissimo e urgente tema della emergenza educativa. L’iniziativa si è svolta nella Chiesa Madre di Terrasini ed ha visto tre autorevoli relatori. L’arcivescovo di Monreale, mons. Gualtiero Isacchi, con il suo intervento è entrato nel merito della problematica affrontandola anche dal punto di vista della responsabilità della Chiesa e dei cristiani. “L’adulto – ha affermato – è chi si è assunto la libertà e le responsabilità delle proprie azioni e quindi del proprio compito educativo e con esso si assume alcune sfide che ne derivano. Purtroppo – ha poi aggiunto – noi adulti viviamo tutti l’esperienza della timidezza di fronte ai gravi fatti che accadono, mentre siamo in un campo aperto e di fronte all’emergenza educativa facciamo fatica perché non abbiamo molti punti di riferimento, a differenza del passato”.
L’arcivescovo ha quindi affrontato il tema della responsabilità. “Il cambiamento del contesto educativo – ha spiegato – non ci autorizza però ad un arretramento nel compito educativo, perché responsabilità non è sinonimo di colpevolezza, ma è capacità di saper rispondere a ciò che accade”. A conclusione del suo intervento ha citato Papa Francesco che nell’omelia del 17 aprile 2013 a Santa Marta ha affermato che la Chiesa non deve essere come “una babysitter che cura il bambino per farlo addormentare”, perché se così fosse sarebbe una “Chiesa sopita”.

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