Siria: mons. Gugerotti (Chiese orientali) a ordinazione episcopale padre Jallouf, “si pentano tutti coloro che con la violenza pretendono di imporre la pace”

Mons. Hanna Jallouf (Foto Chiese Orientali)

“Si pentano tutti coloro che con la violenza pretendono di imporre la pace. Anche quanti nel mondo si credono i missionari della pace, ed obbligano la povera gente a vivere tra mille difficoltà, senza luce, talvolta senza acqua, senza carburante e soprattutto senza sviluppo, isolando un popolo, il vostro popolo. Questo non colpisce i potenti del mondo, ma i poveri, che divengono sempre più numerosi, privandoli di quegli scambi che consentono di vivere con dignità una vita almeno normale”. È un passaggio dell’omelia di mons. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, pronunciata in occasione dell’ordinazione episcopale di fra Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo dei Latini, che si è celebrata ieri ad Aleppo, presenti il card. Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria, il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, e il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Ai tanti fedeli accorsi anche dal villaggio di Knaye, dove padre Jallouf è stato parroco per anni, il prefetto ha detto di portare “l’abbraccio, la benedizione e l’affetto di Papa Francesco” per poi aggiungere: “Voi siete un popolo mite e generoso, da tanto tempo avete imparato a vivere insieme, come figli della pace; anche se il popolo siriano appartiene a religioni diverse, questa convivialità è stata il segreto della vostra serenità e noi vi abbiamo ammirato per questo”. Non è mancato un chiaro riferimento alla guerra, in atto dal 2011, e al più recente terremoto: “Poi sono arrivate le armi, le famiglie divise, l’uccisione di tanti, perfino nel nome di Dio, la sofferenza dei bambini e tanta solitudine. Recentemente anche il terremoto, che ha aggiunto rovine a rovine. Maledette le armi, strumenti costruiti solo per la morte. In questi tempi che chiamiamo moderni, continuiamo ad usare le armi non per difenderci dai pericoli naturali, ma per colpire altri uomini, fratelli, amati da Dio, chiamati a costruire la casa della pace”. Rivolgendosi poi, direttamente a padre Jallouf, mons. Gugerotti ha affermato: “Caro p. Hanna è per questo popolo, per questi volti concreti, che tu oggi sei ordinato vescovo. Hai mostrato di essere un buon padre, tenero ma anche forte se necessario. E non hai lasciato solo il tuo gregge ma fino ad oggi hai voluto restare con loro, anche quando questo ti ha messo in pericolo di vita. Dio ha fatto di te un simbolo per tutto il popolo siriano. Si può veramente spendere la vita per gli uomini e le donne che il Signore ci pone accanto. Ricordati quel ‘tau’, quel segno di croce che hai trovato disegnato sul muro del carcere dove sei stato trattenuto. È il segno della tua identità”. Da qui una raccomandazione: “Niente orgoglio, niente fasti, niente presunzione di essere importante, niente occasione per arricchirti in mezzo a un popolo povero. Dio respinge questi pastori, che si vestono con la lana rubata al loro gregge. Tu sarai padre e capo, come ci ricorda l’apostolo Paolo”.

La celebrazione di ieri, spiegano dal Dicastero, ha avuto “ampia risonanza soprattutto per il fatto che padre Jallouf è stato parroco nella zona di Idlib, a tutt’oggi sotto il controllo delle forze ribelli islamiche. In quell’area i cristiani sono stati pesantemente oppressi e in pericolo di vita. Più volte minacciato, il frate è stato anche trattenuto in carcere, ma mai ha voluto abbandonare le comunità che gli sono state affidate. Un simbolo per il popolo siriano e non solo per esso. Alla celebrazione si sono uniti, numerosi e commossi, i suoi fedeli di Knaye, accorsi con entusiasmo, oltre alla comunità latina di Aleppo, con la partecipazione di vescovi di varie Chiese orientali, cattoliche e ortodosse”. È la prima volta che la Santa Sede nomina un vescovo siriano per guidare le parrocchie latine in Siria.

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