Infanzia: Unicef, appena il 6% dei bambini, in soli 11 Paesi, ha raggiunto il 50% degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile

A metà del percorso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile (SDGs) del 2030, per due terzi degli indicatori relativi ai bambini i traguardi prefissati sono ancora lontani. È quanto emerge da “Progress on Children’s Well-Being: Centring child rights in the 2030 Agenda”, il nuovo rapporto che l’Unicef ha lanciato oggi in occasione della 78ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del Vertice SDG di New York.
Ad oggi, viene rilevato, appena il 6% della popolazione infantile – ovvero 150 milioni di bambini – che vive in soli 11 Paesi, ha raggiunto il 50% degli obiettivi relativi all’infanzia – il livello più alto di raggiungimento a livello globale. Se i progressi previsti continueranno, avverte l’Unicef, entro il 2030 solo 60 Paesi – che ospitano appena il 25% della popolazione di bambini – avranno raggiunto i loro obiettivi, lasciando indietro circa 1,9 miliardi di bambini in 140 Paesi.
“Sette anni fa, il mondo si è impegnato a sradicare la povertà, la fame e le disuguaglianze e a garantire a tutti – soprattutto ai bambini – l’accesso a servizi di base di qualità”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell. “Ma a metà strada dell’Agenda 2030, il tempo a nostra disposizione per trasformare la promessa degli SDGs in realtà sta per scadere. Le conseguenze del mancato raggiungimento degli obiettivi si rifletteranno sulle vite dei bambini e sulla sostenibilità del nostro pianeta. Dobbiamo rimetterci in carreggiata, e questo inizia mettendo i bambini in prima linea nell’azione accelerata per raggiungere gli SDGs”.
Secondo il rapporto, l’accelerazione dello sviluppo è possibile con un forte impegno nazionale, politiche efficaci e finanziamenti adeguati, con alcuni Paesi a basso e medio reddito che registrano i progressi più rapidi. Ad esempio, sulla base dei dati disponibili al 2021, la Cambogia, l’India, il Marocco, il Ruanda e l’Uganda, tra gli altri, hanno ottenuto risultati consistenti in diversi SDG legati ai bambini, soprattutto quando gli sforzi sono stati indirizzati verso aree che hanno prodotto risultati in diversi indicatori. Tuttavia, anche questi Paesi hanno ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi e devono mantenere il loro ritmo o accelerare ulteriormente.
“Il mondo – si legge in una nota – è ancora alle prese con gli effetti di molteplici crisi – Covid-19, cambiamenti climatici, conflitti e crisi economiche – che hanno fermato o invertito anni di progressi. In particolare, negli ultimi anni la pandemia ha contribuito direttamente a un crollo storico dei servizi di vaccinazione e la povertà di apprendimento è aumentata di un terzo nei Paesi a basso e medio reddito. Gli obiettivi relativi alla protezione dai pericoli, all’apprendimento e a una vita senza povertà sono i più lontani dai loro traguardi”. “Per raggiungere gli obiettivi del 2030, i Paesi che attualmente non sono al passo dovranno accelerare i progressi fino a raggiungere livelli storicamente senza precedenti”, osserva l’Unicef, secondo cui “i dati dimostrano che investire nei diritti dei bambini genera e mantiene risultati per tutte le società, le persone e il pianeta, poiché gli interventi nei primi anni di vita dei bambini sono i più efficaci per eliminare la fame, la povertà, la cattiva salute e le disuguaglianze”.
Mentre i leader mondiali si preparano a riunirsi questa settimana per discutere il traguardo di metà percorso degli SDGs, l’Unicef chiede ai Paesi di mettere i diritti dei bambini al centro delle loro agende e di compiere passi storici per accelerare i progressi come “aumentare e tutelare in modo significativo la spesa sociale in settori quali la sanità, l’istruzione e la protezione sociale”. “In sette anni possono accadere molte cose”, ha aggiunto Russell: “Possiamo rinnovare e riorientare i nostri sforzi e rendere il mondo un posto più giusto e più sano per tutti. Ma per farlo, i leader mondiali devono diventare difensori dei bambini e mettere i diritti dell’infanzia al centro delle loro politiche interne e delle loro agende di spesa”.

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