Catechesi e disabilità: diocesi Monreale, l’esperienza di due ragazzi e la prima parrocchia con simboli “Arasaac”

Una catechesi speciale, una proposta di fede nella sua pienezza e consapevolezza è il fulcro del progetto dell’arcidiocesi di Monreale sviluppato all’interno del Servizio della pastorale delle persone con disabilità che ha lavorato in sinergia con le scuole ed in particolare con l’Istituto comprensivo Margherita di Navarra. A breve si procederà alla prima etichettatura di una parrocchia mediante l’utilizzo di simboli pittografici “Arasaac”, al temine del corso di accessibilità cognitiva ai luoghi sacri condotto da Mariagrazia Fiore. Beatrice e Francesco, i bambini apri-pista. “Il nostro impegno è quello di sensibilizzare alla cura e alla crescita cristiana del bambino per lasciarci raggiungere dalla sua ricchezza e bellezza; sostenere e formare i catechisti e le famiglie nella proposta di una catechesi inclusiva; coinvolgere il bambino e la sua famiglia nella vita parrocchiale; renderci consapevoli che il bambino è protagonista attivo nel percorso di evangelizzazione”, si legge in una nota.
A Chiusa Sclafani, padre Bernardo Giglio, attento a disabilità e inclusione, è stato il mediatore nell’incontro fra Francesco e Gesù. Beatrice, accompagnata da Cinzia, Sabina, Delia e Miryam – prima nella Parrocchia di Villaciambra guidata da don Gaetano Gullotta -, ha incontrato poi Gesù a Giacalone nella chiesa Maria Ss. Immacolata, guidata da padre Mario Terruso, che ha richiamato intorno a sé i compagni di scuola della ragazza.

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