Papa Francesco: no a “pensiero ibrido” e “transumanista”, “la Chiesa non potrà mai accettare responsabilità tecnica, senza giudizio morale”

(Foto Vatican Media/SIR)

”Conservare, come sempre ha fatto, gli standard più alti dell’integrità scientifica, perché essa resti libera da influenze inappropriate di natura sia politica sia economica”. E’ l’invito del Papa ai membri della Società Max Planck, ricevuti oggi in udienza. “Nel nostro tempo vada salvaguardato e, se possibile, accresciuto il sostegno alla scienza pura”, scrive Francesco nel discorso consegnato ai presenti e non letto a causa di un forte raffreddore: “L’annuncio della nascita prossima del cosiddetto ‘pensiero ibrido’, risultante dalla ibridazione del pensiero biologico e di quello non biologico, che consentirebbe all’uomo di non essere soppiantato dall’Intelligenza Artificiale, solleva interrogativi di grande rilevanza sia sul piano etico sia su quello sociale”. “La fusione tra la capacità cognitiva dell’uomo e la potenza computazionale della macchina modificherebbe in modo sostanziale la specie homo sapiens”, il grido d’allarme del Papa, secondo il quale “non possiamo allora non porci il problema del senso ultimo, cioè della direzione, di quanto va accadendo sotto i nostri occhi”. “Se per coloro che si riconoscono nel progetto transumanista tutto ciò non desta preoccupazione, non altrettanto può dirsi per coloro che invece si spendono per far avanzare il progetto neo-umanista, secondo cui non può essere accettato il divario tra l’agire e l’intelligenza”, la tesi di Francesco: “Se si separa la capacità di risolvere problemi dalla necessità di essere intelligenti nel farlo, ciò che si annulla è l’intenzionalità e dunque l’eticità dell’agire”. Nel testo, il Papa stigmatizza infine il diffondersi, “negli ambiti della grande scienza, un principio di responsabilità ‘tecnica’, che non ammette il giudizio morale di ciò che è bene e male. L’agire, specialmente delle grandi organizzazioni, andrebbe valutato in termini solo funzionali, come se tutto ciò che è possibile fosse, per ciò stesso, eticamente lecito”. “La Chiesa mai potrà accettare una posizione del genere, delle cui tragiche conseguenze abbiamo già avuto fin troppe prove”, il monito di Francesco: “È piuttosto la responsabilità come prendersi cura dell’altro, e non solo come dare conto di ciò che si è fatto, che oggi dobbiamo riportare al centro della nostra cultura. Perché si è responsabili non solo per quel che si fa, ma anche e soprattutto per quel che non si fa, pur potendolo fare”.

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