Mercoledì delle Ceneri: mons. Cerrato (Ivrea), “ci è chiesto un cammino non facile” per “la fragilità delle nostre forze e la nostra povertà di fede, speranza e carità”

“Il cammino che sale alla Pasqua – nei quaranta giorni durante i quali ci prepariamo a rivivere nella solennità annuale il mistero della morte e risurrezione di Cristo Salvatore – non è iniziativa nostra, ma di Dio, del Suo Amore per noi”. Lo ha ricordato ieri il vescovo di Ivrea, mons. Edoardo Aldo Cerrato, nell’omelia pronunciata durante la messa per il Mercoledì delle Ceneri.
“È la Chiesa che ogni anno indice la Quaresima, ma – ha osservato il presule – fin dal primo giorno la Parola che proclama è quella del Signore che dice: ‘Ecco ora il giorno favorevole, ecco ora il giorno della salvezza’. E da quel momento il canto della Chiesa, all’inizio di ogni giornata, nell’inno delle Lodi mattutine, è l’espressione gioiosa di questa certezza: ‘Viene il giorno, il Tuo giorno, grazie al quale tutto rifiorisce’”. “Il ricordo di questa fondamentale dimensione della Quaresima – ha proseguito il vescovo – ci riempie di gioia e ci fa comprendere che il segno austero delle Ceneri poste sul nostro capo, i canti e le melodie di questo Tempo liturgico, lo stesso colore dei paramenti sacri non sono scelti per stendere su di noi un velo di tristezza, ma per dirci la serietà del momento, la verità sulla nostra vita, l’impegno che ci è chiesto in un cammino che non è facile perché conosciamo bene la fragilità delle nostre forze e la nostra povertà di fede, di speranza e di carità…”.
“La nostra impresa – ha ammonito mons. Cerrato – ha Dio per protagonista ed essa è destinata a riuscire nella misura in cui camminiamo con la consapevolezza che stiamo ricevendo un dono: la possibilità di un ‘nuovo inizio’ la cui sorgente è in Dio; un dono di grazia che ci aiuta a prendere più viva coscienza dei nostri peccati e ad accogliere il perdono da cui ripartiamo rinnovati. Per dire a Dio il nostro ‘sì’ non solo verbale, oggi la Chiesa ci chiede di ridurre nel digiuno il nostro cibo per dire a Dio con tutte le fibre del nostro essere: Tu sei prima di tutto, e io voglio amare Te al di sopra di tutto…”.
Il vescovo ha poi evidenziato che “fiorisce in noi un desiderio più intenso di preghiera, di ascolto e di colloquio con Dio; un desiderio più intenso di rispondere all’amore di Dio anche attraverso un rinnovato impegno di carità verso tutti, altro passo fondamentale del cammino quaresimale verso la Pasqua…”.

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