Italia: mons. Baturi (Cei), invito a diventare “un popolo che si prende cura delle persone” e si fa “carico delle ferite”

“Un popolo che si prende cura delle persone e della convivenza, che sviluppa una logica di libertà, di promozione della responsabilità degli uomini e delle comunità è un popolo che ama la pace come condizione imprescindibile del ben-essere dell’uomo e la persegue concretamente”. Lo ha detto questa mattina mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei intervenendo a Roma alla Conferenza “2013-2023: Dieci anni di magistero sociale di Papa Francesco” che si è svolta  al Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d’Italia per iniziativa dell’Ente Nazionale per il Microcredito. “La Chiesa – ha ricordato il segretario generale della Cei – non dà indicazioni socio-politiche specifiche, affidate alla responsabilità dei dirigenti politici e sociali. Tuttavia, nel corso dei secoli, e alla luce del Vangelo, la Chiesa ha sviluppato alcuni principi sociali che sono fondamentali per preparare il futuro di cui abbiamo bisogno”. Questi valori sono “il principio della dignità della persona, il principio del bene comune, il principio dell’opzione preferenziale per i poveri, il principio della destinazione universale dei beni, il principio della solidarietà, della sussidiarietà, il principio della cura per la nostra casa comune. Tutti questi principi esprimono, in modi diversi, le virtù della fede, della speranza e dell’amore, che non sono sentimenti ma atteggiamenti”. Il segretario generale della Cei ha poi delineato la situazione sociale che l’Italia sta vivendo: “Abbiamo vissuto, e in qualche misura viviamo ancora, momenti straordinariamente gravi per la tenuta della nostra convivenza”, ha detto. Da una parte la pandemia che “ha messo in rilievo e aggravato tanti problemi sociali, smascherando vulnerabilità fisiche, sociali e spirituali e grandi disuguaglianze che segnano il mondo”. Dall’altra “lo scoppio della guerra in Ucraina e le sue drammatiche conseguenze umane ed economiche”. “Il recentissimo rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia – ha quindi proseguito Baturi – ha messo in evidenza alcune delle debolezze della nostra società in termini di povertà economica, educativa, intergenerazionale”. Ma le crisi – ha poi subito aggiunto il vescovo – possono servire per “ri-orientare il nostro cammino” e spingere “a trovare nuove forme di impegno, a vagliare le esperienze, puntando su quelle positive e rigettando quelle negative”. Il segretario generale della Cei ha quindi assicurato l’impegno della Chiesa anche oggi a “prendersi cura” dell’altro e “farsi carico delle ferite nel corpo e dell’inesauribile domanda di senso”.

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