Nicaragua: mons. Grusas (Ccee) su arresto vescovo Álvarez, “una grave ferita allo stato di diritto”. Appello per “la liberazione dei prigionieri politici”

Mons. Gintaras Grušas, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (foto Ccee)

Praga, 10/12 febbraio 2023. Plenaria Ccee su Tappa Continentale Sinodo (Foto Ccee)

“Una grave ferita sia alle relazioni tra la Chiesa e il governo del Paese, sia allo stato di diritto”. Così il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), mons. Gintaras Grušas, definisce la condanna a 26 anni di carcere e alla perdita della cittadinanza nicaraguense del vescovo di Matagalpa Rolando Álvarez. In una nota diffusa questa mattina dal Ccee, mons. Grušas esprime “a nome dei presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa”, riuniti nei giorni scorsi a Praga in assemblea, “la vicinanza e la solidarietà dell’episcopato europeo ai cittadini e alla Chiesa cattolica del Nicaragua”. “Desta dolore e preoccupazione – scrive – la situazione che sta vivendo la Chiesa che è in Nicaragua”. I vescovi europei hanno preso conoscenza della condanna lo scorso 11 febbraio del vescovo di Matagalpa Rolando Álvarez. Nei giorni precedenti, quattro sacerdoti cattolici, due seminaristi e un diacono della diocesi di Matagalpa, arrestati insieme al vescovo, erano stati condannati a dieci anni. La nota dei Ccee sottolinea come fin da dal momento dell’arresto nell’agosto 2022 non sia stato “chiaro quali fossero le accuse contro il vescovo Álvarez, se non quelle ufficiali di tradimento, minaccia all’integrità nazionale e diffusione di false informazioni. È stato impossibile seguire il processo nei dettagli, per comprendere come le accuse venivano sostenute e provate. Si è avuta solo notizia della condanna. Condanna, si è appreso, che non ci sarebbe stata se il vescovo avesse invece accettato di lasciare il Paese con più di 200 prigionieri politici, imbarcati gli scorsi giorni verso gli Stati Uniti”. “La Chiesa – prosegue il presidente dei vescovi europei – non ha mai voluto altro che contribuire al benessere del Paese in cui si trova a servire. Anche nei momenti di maggiore persecuzione, la Chiesa ha supportato i più deboli, consolato i sofferenti e dato rifugio. Lo sta facendo anche in Nicaragua”. Nella nota, mons. Grušas lancia un appello ai vescovi affinchè facciano sapere “ai propri governi la grave violazione dello stato di diritto che sta avendo luogo in Nicaragua”. Allo stesso tempo – si legge ancora nella nota del Ccee -, invita le Autorità del Nicaragua ad “ascoltare la voce del popolo e a prendere decisioni che favoriscano la transizione pacifica in un Paese che vive un conflitto sociale ormai da cinque anni”. Il presidente dei vescovi europei chiede infine “la liberazione dei prigionieri politici, come segno di buona volontà per ripristinare un dialogo che possa portare ad una giusta pace sociale e permetta al Paese di prosperare”. E conclude: “Le Chiese che sono in Europa si stringono alla Chiesa che è in Nicaragua, al vescovo Álvarez e ai sacerdoti attualmente detenuti, rinnovando affetto e vicinanza e, accogliendo l’appello di Papa Francesco, invitano a pregare “per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione”, chiedendo al Signore “di aprire i cuori dei responsabili politici e di tutti i cittadini alla sincera ricerca della pace che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore”.

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