Medicina solidale: Ercoli (Univ. Tor Vergata), “i nostri pazienti sono eroi della sopravvivenza. Malnutrizione e patologie psichiatriche anche nei bambini”

Foto: screenshot da webinar

Un impegno ormai ventennale di ambulatori di strada e per strada nelle periferie romane: è il servizio di medicina solidale nato a Tor Bella Monaca per iniziativa di Lucia Ercoli, docente di Malattie infettive all’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico dell’Istituto di medicina solidale. “Abbiamo compreso fin dall’inizio che il nostro servizio doveva dare una risposta sociosanitaria, non solo sanitaria. Ognuno dei nostri pazienti potrebbe essere considerato l’eroe di un’epica della sopravvivenza”, ha premesso nel suo intervento, ieri sera al webinar “La medicina è solidale” promosso dall’associazione Scienza&Vita. “Quando è nata, la medicina solidale ha avuto subito il supporto del Policlinico di Tor Vergata. Il bisogno di salute sommerso lo devi andare a cercare”, ha spiegato la dottoressa parlando di “aree di apartheid sanitario” nelle periferie della capitale, mentre oggi “chi si può curare appartiene ad una casta privilegiata”. “C’è bisogno di una medicina di strada – ha aggiunto – per rispondere al bisogno di salute che riguarda migliaia di persone”. E un pilastro fondamentale è la salute materno-infantile. Passando ai numeri Ercoli ha spiegato: “Siamo presenti in tre municipi come ambulatori di strada, mentre le unità di strada si muovono in diversi municipi ed anche in altri Comuni che raggiungiamo attraverso il passaparola. L’esclusione dal diritto alla cura è cartina al tornasole della negazione di altri diritti: centinaia di bambini non accedono neppure ad un pasto sicuro al giorno e non hanno una casa decente”. “Noi lavoriamo molto sulla prevenzione: forniamo viveri a 970 famiglie. Grazie alla distribuzione di pasti abbiamo aiutato molte donne a non ricorre all’interruzione volontaria di gravidanza”. L’intervento, ha ribadito, deve essere sociosanitario: non basta curare i bambini, occorre anche una strategia di contrasto alla malnutrizione infantile. Di qui la distribuzione anche di omogeneizzati. “Quando proponiamo un percorso diagnostico e/o terapeutico occorre capire se la persona è in grado di seguirlo; altrimenti interveniamo. Tramite mediatori sociali facciamo anche orientamento e accompagnamento ai servizi”. I bambini seguiti in ambulatorio sono circa 900: quest’anno ognuno di loro è stato visitato almeno tre volte. E c’è una nuova emergenza, la patologia psichiatrica: “Per 120 bambini abbiamo avviato un percorso diagnostico e terapeutico gratuito”.

 

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