Paraguay: mons. Valenzuela (Caacupé) in occasione della festa della patrona del Paese, “fame, malattie, disoccupazione e insicurezza non si fermano. Non c’è tempo da perdere. Laici si impegnino in politica”

(Foto: santuario di Caacupé)

Una spietata disamina sulla situazione del éaese, immerso da decenni in una situazione di corruzione e diseguaglianza; un duro richiamo alle Istituzioni, pronunciato davanti al presidente della Repubblica, Santiago Peña; un pressante appello ai laici cristiani, perché si impegnino nella società e nella politica. Sono i punti salienti del lungo messaggio al popolo del Paraguay, letto dal vescovo di Caacupé, mons. Ricardo Valenzuela, in occasione della messa che ha concluso i festeggiamenti in onore della patrona del Paraguay, la Vergine di Caacupé, che ogni anno richiamano al santuario nazionale, nel corso della novena e poi nella festività dell’Immacolata, centinaia di migliaia di persone da tutte le diocesi.
“Pochi mesi fa ci sono state le elezioni nazionali e abbiamo deciso chi dovrà governare il nostro Paese. Il tempo fa il suo corso, non si ferma; ed è imperativo entrare nella dinamica dell’azione. È urgente attivare le istituzioni perché la fame, le malattie, la mancanza di un lavoro dignitoso e l’insicurezza non si fermano. Non c’è tempo da perdere! Questa osservazione è rivolta soprattutto alle autorità appena elette”, ha detto mons. Valenzuela, che in seguito ha fatto riferimento alla situazione fuori controllo della criminalità e dell’insicurezza: “Alla fine dei primi mesi del nuovo governo, il Ministero dell’Interno ha riconosciuto una situazione delicata nella lotta contro la criminalità. La gravità della situazione non deve scoraggiare i responsabili, né tanto meno farli desistere e soccombere nella lotta contro l’insicurezza e la violenza. Quando parliamo di violenza, non ci riferiamo solo alle rapine a mano armata, al sequestro di stazioni di polizia e di interi quartieri da parte di bande internazionali che entrano ed escono dal Paese, o alla presa di ostaggi a scopo di riscatto, ma anche al sequestro delle carceri che, dopo gli ultimi avvenimenti, ha provocato panico e allarme nella società”.
Purtroppo, il monito del vescovo, “nel nostro Paese, quasi nessuno si preoccupa del fatto che importanti funzionari e rappresentanti di alto rango non sentano alcuna vicinanza, empatia o sensibilità per i problemi della gente, ma si preoccupano solo di se stessi, concentrandosi sulla soluzione dei propri problemi particolari”. Ulteriore preoccupazione per “la corruzione e l’impunità, flagelli che continuano a corrodere le fondamenta della nazione”. In questo contesto, ha detto mons. Valenzuela, “la domanda sorge spontanea: cosa possiamo fare per cambiare le sorti del nostro amato Paese? Ebbene, cari laici battezzati nel nome di Cristo, non abbiate paura di essere coinvolti nell’interazione politica, anche se inizialmente sembra malsana, perché finché sarete solo osservatori passivi, non riusciremo mai a trasformare l’attuale penosa situazione del nostro Paese in quella che tutti noi meritiamo”.

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