Diocesi: Capua, mons. Lagnese arcivescovo eletto. “La nostra Chiesa sia sempre voce di chi non ha voce!”

“La nostra Chiesa sia sempre voce di chi non ha voce!”. Lo scrive in un messaggio alla Chiesa di Capua, mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta, che oggi Papa Francesco ha nominato anche arcivescovo di Capua, unendo le due sedi in persona episcopi. Nel messaggio il presule rivolge un saluto al suo predecessore, mons. Salvatore Visco, per più di dieci anni arcivescovo di Capua, a sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi, seminaristi, membri di associazioni, cammini e movimenti ecclesiali, a tutti i fedeli laici e alle Istituzioni “preposte al servizio del nostro territorio, a quanti governano le nostre città e paesi, a quanti amministrano la giustizia, a coloro che operano per la sicurezza e la legalità, come pure al mondo della sanità e del terzo settore, della scuola e dell’università, del lavoro e delle attività produttive, desidero far arrivare il mio saluto: operiamo tutti insieme per il bene comune!”. E un “pensiero tutto speciale” alle famiglie, ai tanti poveri, ai malati, agli anziani, alle persone sole, a chi è senza lavoro, “a tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, ai migranti che, in fuga dai loro paesi di origine, vivono – in particolare, nella nostra Castelvolturno – in condizioni di grande precarietà, senza permesso di soggiorno e senza l’accesso ai più elementari diritti”.
“Capua, un tempo centro della Campania felix, terra di santi e di gente buona, di contadini e operai onesti e laboriosi, ma pure di giuristi e scienziati, artisti e letterati, di uomini illustri e valorosi. E anche oggi, nonostante mille contraddizioni, terra ricca di risorse e opportunità – osserva mons. Lagnese –. Capua, sede di una Chiesa antica e gloriosa, ‘celeberrima e feconda madre di santi’ e di tanti pastori santi, dotti e illuminati, vescovi straordinari, e tra questi, oltre a quelli dei primi secoli, San Roberto Bellarmino, patrono dell’arcidiocesi e Dottore della Chiesa, il card. Alfonso Capecelatro, e Gennaro Cosenza, mio predecessore anche a Caserta. A tutti loro mi affido, e domando, dal Cielo, la loro protezione. In particolare, chiedo la preghiera dei ‘miei’ arcivescovi: mons. Tommaso Leonetti e, innanzitutto, mons. Luigi Diligenza, vescovo della mia vocazione, che nel 1986 mi ordinò presbitero, del quale conservo, immutati, il ricordo e la riconoscenza per i tanti esempi belli ricevuti, primo fra tutti quello della preghiera; e mons. Bruno Schettino, vescovo del tempo della mia maturità, che con passione ed entusiasmo servì la Chiesa”.
E conclude: “Carissimi – come per le famiglie quando arriva un altro figlio – il Signore chiede a me di dilatare il mio cuore. È ciò che voglio provare a fare! Desidero, con la grazia di Dio, allargare il mio cuore, sapendo che ‘i figli sono tutti uguali’ e tutti vanno amati! So che non sarà facile, ma desidero spendermi per fare tutta la mia parte. Per questo a tutti, insieme a una collaborazione sincera e leale, chiedo di sostenermi, assicurandomi il dono della preghiera. Sì, sostenetemi con la vostra preghiera, perché il Signore mia dia luce e forza, fiducia e docilità del cuore”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa