Conferenze episcopali: card. Filoni, “hanno una voce potente, quella della Chiesa”

“Le Conferenze episcopali sono nate dai vescovi, dalle loro esigenze, come amichevoli riunioni. Solo successivamente i Pontefici si rendono conto dell’importanza di questa realtà”. A ricordarlo è stato il card. Fernando Filoni, gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, prefetto emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, gran cancelliere emerito della Pontificia Università Urbaniana e autore del libro “Un’istituzione moderna di comunione ecclesiale. Le Conferenze episcopali” che è stato presentato oggi a Roma. “L’interesse verso le Conferenze episcopali – ha spiegato – è nato durante i miei studi e poi è cresciuto negli anni. Il libro è sostanzialmente un volume di ecclesiologia, si vede come, in questo ambito ecclesiologico, le Conferenze episcopali siano nate come uno strumento atipico. Le Conferenze episcopali non sono nate infatti per decisioni del Papa o del singolo vescovo, ma sono nate da parte di vescovi che insieme hanno sentito l’esigenza di mettersi insieme per mettere in comune i concetti come la libertà”. “Ho visto che queste Conferenze episcopali costituiscono una rete che gettata prende molti pesci, i problemi, e li affrontano facendo un discernimento. Questi elementi che sono storici ma anche ecclesiologici mi hanno permesso di arrivare a queste conclusioni”. “Per molti anni – ha proseguito – ho vissuto in Cina dove non c’è la Conferenza episcopale perché il Papa non l’ha permesso dal momento che non c’è ancora una libertà di struttura data dallo Stato, è infatti fondamentale che la Conferenza sia libera di esprimersi. Se manca questa libertà manca il bene, la profezia. La libertà di esprimersi è garanzia non solo del bene spirituale, ma anche una garanzia di tipo sociale, dei diritti delle persone e delle società. La voce di un vescovo si può sopprimere ma nel caso della Conferenza episcopale la voce è potente, è quella della Chiesa. Le Conferenze episcopali hanno dato voce a questioni difficili come ad esempio nel dopoguerra”.

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