Ucraina: Amnesty International, pubblicata oggi una nuova ricerca sulle limitazioni all’istruzione dovute all’aggressione russa

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, coloro che vivono sotto l’occupazione russa rischiano brutali rappresaglie se cercano di continuare a seguire i programmi scolastici ucraini. Alcuni genitori scelgono di nascondere i loro figli per evitare che vengano portati negli istituti per la “rieducazione”, adottati in Russia od obbligati a iscriversi alle scuole che seguono i programmi russi. È quanto emerso da una nuova ricerca di Amnesty International, basata su interviste con 23 educatori ed educatrici e 16 famiglie che vivevano, o tuttora vivono, sotto l’occupazione russa. La ricerca illustra come la guerra di aggressione russa abbia interrotto in modo significativo e massiccio l’istruzione in Ucraina.
“Nei territori occupati dalla Russia le intimidazioni e le costrizioni sono una realtà quotidiana per famiglie, figli e personale scolastico. Nessuno è al sicuro sotto l’incessante campagna russa di terrore in Ucraina”, ha dichiarato Anna Wright, ricercatrice di Amnesty International.
Al culmine della loro offensiva, le forze russe occupavano circa un quarto del territorio dell’Ucraina. Oggi ne continuano a controllare circa un quinto. Nonostante i rischi di rappresaglie, pochi mesi dopo l’inizio dell’occupazione, alcuni docenti e genitori hanno cercato di organizzare lezioni sulla base del programma ucraino.
Secondo un responsabile scolastico regionale, docenti, studenti e genitori si sono trasformati in “partigiani che scavavano buche nei loro giardini per nascondere telefoni e computer o si nascondevano nei solai o nei capanni per prendere il segnale della telefonia mobile”.
Alcuni genitori hanno deciso di non mandare più i figli a scuola temendo per la loro incolumità. Un docente di Berdiansk, località occupata della regione di Zaporizhzhia, ha lasciato la zona nel luglio 2022 ma ha continuato a fare lezioni online agli studenti rimasti lì. Ha raccontato che ora gli studenti sono costretti a imparare e a cantare l’inno nazionale russo. Chi rifiuta è minacciato di essere trasferito lontano dai genitori a scopo di “rieducazione negli orfanatrofi russi”.
In quella stessa scuola, è stato distribuito un avviso agli studenti – esaminato dai ricercatori di Amnesty International – in cui c’era scritto: “Guardati intorno. Puoi vedere che l’Ucraina ha distrutto Kharkiv, Mariupol e altre città. Se non vuoi che l’Ucraina ti uccida, dicci tutto quello che vedi e che vieni a sapere”.
Le testimonianze fornite ad Amnesty International dalle famiglie che vivono nei territori occupati dalla Russia raccontano di scuole che hanno riaperto senza personale sufficiente né qualificato, di bambini lasciati soli nelle classi con l’ordine di leggere i libri di testo, col conseguente venir meno della disciplina e della qualità dell’insegnamento.
“L’unico modo per aiutare l’Ucraina a riprendersi e a rendere meno dolorosi il presente e il futuro delle sue bambine e dei suoi bambini è che la Russia ponga fine alla guerra in Ucraina, che è un atto di aggressione ai sensi del diritto internazionale”, ha commentato Wright.
“In attesa che ciò avvenga, sollecitiamo le autorità di occupazione a porre immediatamente fine alle intimidazioni nei confronti delle popolazioni occupate e a non costringere ulteriormente i docenti a svolgere attività inappropriate dal punto di vista educativo. Durante le guerre o le occupazioni, le parti devono rispettare il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario. Garantire l’accesso dei bambini e delle bambine a un’istruzione di qualità è uno di questi obblighi e dev’essere pienamente rispettato”.

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