Incidenti sul lavoro: Forni (Anmil), “non rassegnarsi ad infortuni e morti. Necessaria revisione Testo unico”

Un invito “a non rassegnarsi ad infortuni e morti sul lavoro, ad avere cura e rispetto per la vita, come valore primario da anteporre al profitto. Non può essere la logica del guadagno in sprezzo della vita a guidare le nostre scelte!”. Lo ha rivolto, ieri, Zoello Forni, presidente dell’Anmil, inspirandosi alle parole di Papa Francesco, in occasione della 73ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, il cui evento principale si è svolto a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. L’11 settembre scorso, per l’80° dalla fondazione, l’Associazione è stata ricevuta in udienza sia da Papa Francesco sia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Poco più di un mese fa il gravissimo incidente di Brandizzo ha scosso tutti noi e riacceso l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulle morti sul lavoro, di cui spesso si parla solo nelle occasioni più eclatanti. Sotto i nostri occhi si consuma, invece, quotidianamente una strage silenziosa – ha sottolineato Forni –. Quello che il presidente Mattarella ha definito un ‘oltraggio ai valori della convivenza’ è il dramma di migliaia di famiglie, per non parlare di quanti non denunciano per paura di perdere il lavoro o perché irregolari”. Ma dietro ai numeri “ci sono persone come noi che, in un giorno di lavoro come tanti, hanno visto la loro vita cambiare in peggio e per sempre e alle quali dovrebbe essere garantita una migliore tutela sia dal punto di vista delle prestazioni economiche sia da quelle sanitarie, fino al reinserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”. In questi ottant’anni, ha sottolineato il presidente dell’Anmil, “possiamo affermare di aver contribuito ad una evoluzione della tutela assicurativa e questo progresso può e deve continuare. Ma per farlo è necessaria una revisione generale del Testo unico infortuni, disegnato su una società ormai profondamente cambiata. Per questo chiediamo al Governo di sostenere l’avvio di una riforma globale della normativa assicurativa che sappia garantire prestazioni economiche, sanitarie e riabilitative adeguate, reinserimento sociale e lavorativo, migliore tutela dei familiari superstiti, allargamento della platea dei lavoratori assicurati. Sappiamo che il momento economico è critico, ma per iniziare bastano anche piccoli interventi, che per le vittime del lavoro e delle loro famiglie avrebbero una grandissima importanza”. Forni ha citato ad esempio “l’assegno di incollocabilità”, “una prestazione riconosciuta per un danno gravissimo che impedisce alla persona di poter lavorare. Non si tratta di un premio. Eppure tale assegno continua ad essere erogato solo fino al compimento dei 65 anni, mentre l’età pensionabile da tempo è stata innalzata, lasciando privi di tutela coloro che non hanno ancora raggiunto il diritto alla pensione”. E ancora, a distanza di anni, “la rendita erogata a vedove e orfani di caduti sul lavoro viene considerata come un reddito rilevante ai fini Isee. Un’ingiustizia che tante volte l’Anmil ha evidenziato con emendamenti e appelli in ogni sede, ma che continua a danneggiare famiglie già pesantemente provate sul piano economico e morale”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori