Papa Francesco: agli Scalabriniani, “migrare è un dramma”, Chiesa sia “città aperta a chiunque cerca una casa e un porto sicuro”

“Migrare non è un dolce peregrinare in comunione; è spesso un dramma. E, come ciascuno ha diritto a migrare, così a maggior ragione ha diritto a poter rimanere nella propria terra e a viverci in modo pacifico e dignitoso”. Lo ha ribadito il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno di spiritualità scalabriniana promosso dai Missionari di San Carlo (Scalabriniani). “La tragedia di migrazioni forzosamente causate da guerre, carestie, povertà e disagi ambientali è oggi sotto gli occhi di tutti”, ha affermato Francesco, citando la “visione illuminata e originale” che Scalabrini aveva del fenomeno migratorio, visto come “appello a creare comunione nella carità”. Ai “cavalli, carri, portantine, muli e dromedari, potremmo aggiungere oggi barconi, Tir e carrette del mare”, ha osservato il Papa, ma la destinazione dei migranti “resta la stessa, Gerusalemme, la città della pace, la Chiesa, casa di tutti i popoli, dove la vita di ognuno è sacra e preziosa. Sì, per Scalabrini questa Gerusalemme è la Chiesa cattolica, cioè universale, e tale perché madre, perché città aperta a chiunque cerca una casa e un porto sicuro”.

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