Alzheimer: Federazione Alzheimer Italia, “l’85% dei 55 milioni di persone con demenza potrebbe non ricevere cure adeguate”. Porro, “serve percorso di cura e inclusione”

L’85% degli oltre 55 milioni di persone che nel mondo vivono con la demenza potrebbero non ricevere le cure adeguate dopo aver ricevuto la diagnosi. Lo rivela il Rapporto mondiale Alzheimer 2022 intitolato “La vita dopo la diagnosi: trattamento, cura e supporto”, diffuso oggi, Giornata mondiale Alzheimer, dalla Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro Paese di Adi – Alzheimer’s Disease International. Il Report, redatto in collaborazione con la McGill University di Montreal in Canada, si concentra dunque sulla necessità di potenziare e rendere accessibili tutti quei servizi essenziali di trattamento, cura e supporto in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con demenza, compresi i trattamenti farmacologici e non farmacologici, il caregiving, il supporto per le attività della vita quotidiana, l’assistenza domiciliare e tutte quelle attività di inclusione sociale.
“La diagnosi di demenza è, per chi la riceve e la sua famiglia, un momento estremamente drammatico, ma è fondamentale dire che la vita non finisce con quella diagnosi e non è la malattia a definire la persona anzi, è proprio da quel momento che deve necessariamente iniziare un percorso di cura e inclusione”, sottolinea Gabriella Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia. “Come Federazione Alzheimer Italia ci battiamo da anni perché ogni persona con demenza veda riconosciuti i propri diritti, primo tra tutti avere accesso a cure adeguate”.

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