Televisione: al Bambino Gesù il film “L’importanza di iniziare da uno” in onda il 7 aprile su Rai Tre. Enoc, “storie per dare speranza”

“Mi auguro che in tanti vedano questo documentario, e che tanti trovino il modo di parlarne tra loro”. Così ha commentato Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, in occasione della presentazione del film “L’importanza di iniziare da uno”. Diretto da Alice Tommassini e prodotto da Officina della Comunicazione insieme a Rai Documentari, e con la collaborazione dell’ospedale, il documentario verrà messo in onda su Rai Tre giovedì 7 aprile per la Giornata mondiale della salute. “L’ospedale – ha aggiunto la presidente Enoc – ha spiegato le sue porte, il suo cuore, a tutti i bambini e famiglie bisognose. Ha aperto anche le porte della sua scienza. Con questo film si raccontano storie per dare speranza, non per far piangere”. Nel film “L’importanza di iniziare da uno” viene presentata la storia della famiglia Passaro, del piccolo Mattia con una patologia al cuore, insieme a suo padre Davide, la mamma Stefania e il fratello Giacomo. In particolare, viene evidenziato l’impegno di Davide che come ricercatore ha messo a punto un progetto per l’applicazione di un algoritmo d’intelligenza artificiale nell’aumentare la prevenzione nei piccoli malati; un progetto sposato dal Bambino Gesù.
“Nel raccontare questa storia – ha sottolineato Elisabetta Sola, Ad di Officina della Comunicazione – ci siamo accostati con grande attenzione e prudenza, avvertendo una chiara responsabilità: quella di un racconto di sofferenza e testimonianza nella maniera più oggettiva, lontani dalla ‘pornografia dei sentimenti’”.
Alice Tommassini ha poi affermato: “si è trattato di un documentario tra i più intensi a livello emotivo e personale. Conoscendo la storia di Davide, della sua famiglia, ho iniziato il lavoro secondo un approccio, che però durante la lavorazione è mutato. Non volevo raccontare la storia di un papà-eroe, bensì quella di un uomo che ha sofferto, soffre e ha reagito davanti al dolore, attivando un progetto di speranza”. La regista ha concluso: “desidero ringraziare mons. Dario E. Viganò, la prima persona a cui ho confidato questa idea”.

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