Popoli e Missione: Ucraina, “dialogo antidoto alla guerra”. Focus su Brasile e Cisgiordania. Nel dossier la geopolitica dell’energia

È dedicata all’Ucraina “Frontiera di guerra” la copertina di “Popoli e Missione” di aprile, con attenzione particolare alle strade che possono portare alla pace in una regione sconvolta dai conflitti alle porte d’Europa. Nell’editoriale di apertura ne parla Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace, in cui sono ospitati studenti di nazionalità, religioni e culture diverse, che sottolinea come il dialogo sia il vero antidoto possibile alla guerra. “La consapevolezza per cui ‘la guerra è male’ purtroppo, non è ereditaria, ma deve essere interiorizzata e riconquistata da ogni generazione, che deve fare uno sforzo autonomo per abitare questa possibilità – scrive Vaccari –. Ci sono 43 guerre in atto in questo momento sul pianeta e altre 30 comunità all’incirca vivono in contesti post bellici. Non possiamo permetterci di pensare che non ci riguardino”.
Difronte alla “ostinazione bellica” che prolunga le sofferenze dei civili in Ucraina, la rivista approfondisce le motivazioni che hanno portato a stragi e migrazioni di masse. “Pagine buie della storia che molti ritenevano appartenessero al passato e che tornano invece come un incubo quotidiano”.
Pur con molti richiami all’attualità della guerra in Ucraina, la rivista apre gli orizzonti a molte realtà del Sud del mondo, come ad esempio il reportage dal Brasile settentrionale dove nello Stato di Roraima il Consiglio indigeno missionario denuncia una situazione gravissima, creata dall’assalto predatorio dei garimpeiros, i cercatori d’oro nella rete fluviale con l’uso di mercurio e devastazionde dell’habitat amazzonico.
Dalla Cisgiordania l’esperienza della Tenda delle nazioni vicino a Betlemme, nella fattoria dei coniugi Nassar, palestinesi cristiani. Il dossier è dedicato alla geopolitica dell’energia, “leggendo la mappa degli oleodotti che trasportano gas sotto gli oceani o in territori in cui si scontrano spesso interessi economici miliardari, eserciti, e rivendicazioni territoriali”. La “ragnatela degli oleodotti segnala aree di conflitti regionali spesso camuffati sotto altre vesti”.

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