Messa crismale: mons. Pennisi (Monreale), “dall’olio della terra dei martiri della giustizia un percorso di rinascita spirituale e morale”

“Ci auguriamo che dall’olio ricavato dagli ulivi piantati nella terra bagnata dal sangue di coloro che hanno immolato la propria vita in nome della giustizia possa iniziare soprattutto da parte dei ragazzi e dai giovani che saranno unti con il sacro crisma un percorso di rinascita spirituale e morale”. Lo ha detto l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, nell’omelia della Messa crismale che ha celebrato in cattedrale. “L’olio, frutto degli alberi d’ulivo è nutrimento, medicina, alimento, luce che brilla nell’oscurità. Esso è segno di gioia, di prosperità, di pace, di libertà – ha aggiunto -. L’olio penetrando nel corpo gli dona salute e forza e indica l’energia divina che attraverso i sacramenti compenetra tutte le principali manifestazioni dell’esistenza umana per trasformarla in luogo in cui si manifesta la gloria di Dio. L’olio benedetto è simbolo e segno dello Spirito Santo che penetra nell’intimo dei cuori per trasformarli con la sua grazia e donare ai consacrati la forza necessaria per adempiere la loro missione”.
Dall’arcivescovo poi l’incoraggiamento ai fedeli ad affrontare ogni giorno “la nostra vita di battezzati, di cresimati, di ministri ordinati consapevoli di essere dei consacrati, degli unti dallo Spirito”. Quindi, l’attenzione al cammino sinodale. “Abbiamo bisogno, anche attraverso i ‘gruppi sinodali’ di metterci in ascolto dello Spirito assieme a tutto il popolo di Dio per rinnovare la nostra fede e trovare vie e linguaggi nuovi per testimoniare e condividere il vangelo con tutti”. “Per sentirci tutti fratelli e sorelle siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze di tutte le persone colpite dalla pandemia e alle vittime di tutte le guerre, ad aprirci alla solidarietà e all’accoglienza nei confronti dei profughi ucraini e di tutte le persone costrette a lasciare la loro patria a causa di guerre, persecuzioni e calamità naturali”, ha concluso mons. Pennisi.

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