Giovedì Santo: Bari-Bitonto, le essenze per il Crisma offerte dai ragazzi dell’Istituto penale per i minorenni Fornelli

“Quest’anno le sostanze profumate, che infonderò per preparare il sacro Crisma, ci vengono donate dai ragazzi e giovani dell’istituto penale Fornelli di Bari e ancora una volta dal lavoro di cooperative della Locride che si oppongono alla ‘ndrangheta. Gesti che commuovono e ci provocano nel profondo”. Lo annuncia l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, facendo riferimento alla messa crismale che presiede oggi. “Il buon profumo, elemento che esalta l’olfatto, ci parla di chi lo indossa e nella Parola è riferimento a Cristo. Questi fratelli, che vivono nel dolore della reclusione e nell’impegno della ricerca di legalità, ci additano, con la bellezza del loro gesto, il significato alto di questa nostra celebrazione degli oli: liturgia che profuma la vita della Chiesa di rinnovata appartenenza a Cristo. Lasciamoci dilatare il cuore da un gesto così forte, ricco di comunione e partecipazione, e il profumo dell’amore di Cristo ci sospinga verso una vita rinnovata e capace di prossimità a chi è caduto sotto il peso delle fragilità… e sia Pasqua per tutti”, sottolinea l’arcivescovo.
I ragazzi e i giovani dell’Istituto penale per i minorenni N. Fornelli di Bari, che hanno da poco terminato la consultazione sinodale in carcere, scrivono: “Sentendoci parte viva della nostra Chiesa diocesana di Bari vogliamo farvi sentire il profumo della nostra presenza scomoda attraverso questo gesto di comunione e di partecipazione a questa messa del Giovedì Santo mattina. Siamo orgogliosi e contenti di potervi offrire le essenze profumate che serviranno per comporre l’olio del Crisma come segno di speranza della nostra vita che può ancora sprigionare qualcosa di buono e di bello nonostante le fatiche e gli sbagli fatti”. Aggiungono: “Profumare significa dare di qualcosa, esistere per qualcuno e accorgerti che realmente la vita ha valore, perché tu hai valore davanti alla vita. Noi siamo il profumo che sprigioniamo. Si può essere profumo anche in carcere iniziando a pensare diversamente le cose della vita, ritenendo che tutto sia un meraviglioso dono di Dio e che questo sia il tempo per ritrovare se stessi, per perdonarsi e perdonare. Ognuno di noi ha le sue macerie, ma la cosa sorprendente è che Dio ricomincia dalle nostre macerie e riparte da noi per rimetterci in piedi e per ridonarci quel profumo della dignità che abbiamo perso e che ci rende suoi figli amati: il profumo del perdono. Che questo profumo sia per tutti segno di testimonianza di un amore che riesce a vedere oltre gli sbagli come fa Gesù e allora sarà Pasqua!”.

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