Messa crismale: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “sanificazione delle relazioni comincia dalla lingua: più silenzio, più preghiera e meno mormorazioni”

(Foto arcidiocesi Spoleto-Norcia)

“Le energie profuse nei reciproci attacchi sono sottratte all’annuncio del Vangelo e alla carità. La sanificazione delle relazioni comincia dalla lingua: più silenzio, più preghiera, più ascolto e servizio e meno mormorazioni, meno passione per le polemiche sterili e per gli sfoghi risentiti”. È stato il monito di mons. Renato Boccardo che, nel tardo pomeriggio di ieri nella basilica cattedrale di Spoleto, ha celebrato la messa crismale. Nella messa in cui vengono consacrati gli oli santi (il crisma, quello dei catecumeni e quello degli infermi, ndr.) e i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha elencato alcuni atteggiamenti necessari per essere “generativi”, che si declinano in cinque verbi, “desiderare, concepire, mettere al mondo, prendersi cura, lasciar andare”. “Innanzitutto – ha detto – occorre desiderare. La situazione attuale ci richiede un passaggio decisivo nella forma di esercizio del ministero: da un sacerdote mediatore del sacro che si pensa come guida solitaria a un prete in un ordine presbiterale che non può pensarsi isolato, ma sempre inserito in uno stile di comunione e collaborazione”. Poi, mons. Boccardo ha parlato di concepire: “Può essere frutto soltanto di un atto d’amore! Generare la Chiesa è un gesto di passione, di amore tenero e forte, di incontro che esige attesa vigile, pazienza, parola, silenzio, fedeltà quotidiana e seria. Si può concepire solo dentro un disegno comune, con il desiderio di costruire una storia insieme”. Il terzo atteggiamento delineato dal presule è il mettere al mondo: “Noi siamo amministratori e non creatori della vita, servi nel ministero e non padroni del gregge”. La quarta azione è il prendersi cura: “Tutti dobbiamo imparare sempre di nuovo ad amare questa nostra Chiesa, e non solo il nostro orticello, ad amarla insieme, di un amore folle, senza calcoli meschini. ‘Prendersi cura’ è il luogo della maturità umana del prete, della sua crescita spirituale, della serenità del dono, della tenerezza delle relazioni”. E infine “il lasciar andare”: “Generare vuol dire lasciar partire, scoccare, con l’arco della nostra carità, la freccia che entra nel futuro! La Chiesa ‘non è mia, non è nostra, ma è del Signore!’, diceva Papa Benedetto XVI. Chi è pastore così, chi ‘Iascia andare’, genera vita cristiana e fecondità umana attorno a sé”. Al termine della messa, prima della benedizione finale, l’arcivescovo ha annunciato due nuove ordinazioni: “L’8 dicembre prossimo, nella solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, avrò la gioia di ordinare presbiteri i diaconi don Salvatore Ficarra e don Luca Gentili”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa