Messa crismale: mons. Caiazzo (Matera-Irsina), “ritrovare fiducia e sicurezza nei diversi ambiti che frequentiamo” per “riappropriarci del bene comune”

“Sacerdoti unti, consacrati, amati, per ungere, consacrare, amare, stando accanto, sostenendo, prendendo per mano e accompagnando ognuno dei figli a noi affidati che ci raccontano le loro storie, ci consegnano i loro dolori e le loro sofferenze, ma ci partecipano anche le loro gioie. Storie di uomini e donne, di giovani e ragazzi amplificate dalla paura di un futuro preoccupante e incerto”. Così, ieri sera, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, nella messa crismale presieduta in cattedrale.
“È in atto una guerra economica che sta scatenando tanta sfiducia: rincari energetici, ricatti anche sull’alimento più importante, il grano, che ci permette di gustare e apprezzare il pane. In questo scenario siamo tutti invitati ad interrogarci seriamente. Siamo precipitati in un clima in cui tutti, a diversi livelli e con responsabilità diverse, sembrano aver smarrito il vero significato di umanità, mettendo da parte Dio, facendo tacere la voce di Gesù Cristo, facendo parlare il linguaggio delle armi, del più forte, del più prepotente. Ci si è anche vestiti di Dio e, sempre più spesso, è stato usato il suo nome, il suo dire, impropriamente pur di giustificare determinati atti di barbarie”, ha osservato il presule invitando i sacerdoti ad “aiutare i nostri fedeli a ritrovare il gusto di essere fratelli, quindi figli”.
L’arcivescovo ha avvertito: “È il momento in cui ci viene chiesto, di fronte alla mondialità della crisi a causa della pandemia prima e della guerra ora, di operare e agire insieme, superando lo stile individualistico o gli interessi personali. C’è bisogno di ritrovare fiducia e sicurezza nei diversi ambiti che frequentiamo, cambiando anche stili di vita per riappropriarci di quel bene comune che significa soprattutto condivisione, attenzione all’altro: ritrovare il gusto di essere famiglia capace di spezzare il pane per tutti, soprattutto per i più deboli”.
E ha aggiunto: “C’è tanta debolezza e fragilità psicologica, ma anche tanta tenerezza e desiderio negli occhi spalancati di bimbi bisognosi di protezione e di fiducia in noi grandi”.
Mons. Caiazzo ha concluso: “Gesù ci chiede, oggi, che quanto ascoltato si compia. Abbiamo infatti sentito la descrizione dell’evangelista Luca che dice: ‘Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato’. È il tempo durante il quale nessuno si deve smarrire. Gli occhi del bambino spesso sono fissi nel vuoto ma vivono l’attesa che tutto cambi”.

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