Papa Francesco: “di fronte alle sofferenze non basta vedere, è necessario toccare”

“Di fronte alle sofferenze noi spesso vediamo e passiamo oltre, dimentichiamo. Non basta vedere, è necessario sentire, è necessario toccare”. Lo ha detto il Papa che, nell’intervista trasmessa ieri dal programma di RaiTre “Che tempo che fa”, ha messo in guardia dalla “psicologia dell’indifferenza: vedo ma non mi coinvolgo”. “Quando c’è qualcuno che arriva a confessarsi – ha raccontato Francesco – spesso chiedo: quando dai l’elemosina, tocchi la mano della persona a cui la dai? Lo guardi negli occhi? Ci manca il toccare le miserie, e il toccare le miserie ci porta all’eroicità. Medici e infermieri, in questi anni di pandemia, hanno toccato il male, e hanno scelto di stare lì con gli ammalati”. Per il Papa, “il tatto è il senso più completo, che ci mette la realtà nel cuore: toccare, farsi carico dell’altro. Se guardiamo senza toccare qual è il dolore della gente, mai potremo trovare un’altra via: è la cultura dell’indifferenza”. “Quando Gesù parla di come bisogna comportarci, usa la parabola del buon Samaritano”, ha sottolineato Francesco: “Due persone, magari anche brave, vedono un uomo ferito a terra, e passano oltre. Il samaritano si ferma, tocca, sente la sofferenza, e agisce”. “Guardare dall’alto in basso è lecito solo in un caso: quando si sta aiutando qualcuno a rialzarsi. Un altro sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai. Perché è uno sguardo di dominio. Ci sono impiegate che ogni giorno pagano col corpo la stabilità lavorativa, questo succede ogni giorno”.

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